In una Juve per nulla in grado - al momento - di soddisfare i suoi bisogni, Conte dovrebbe rinnegare se stesso. O almeno l'uomo che si è raccontato al giornale inglese. Eppure, tra le righe, i riferimenti al bianconero, al passato, e alla voglia di futuro non sono mancati. Basta saper leggere. Forse con un po' di pregiudizio.
Le 3 differenze tra Allegri e Conte, spiegate nell'intervista
Punto uno. "Amo il mio passato - sostiene l'allenatore -, ma allo stesso tempo l'aspettativa che porto con me è sempre molto alta e se non vinci, hai fallito. La migliore opzione possibile è divertire e vincere". Alla Juventus potrebbe farlo subito? No. Ma sarebbe la chiave di una mentalità differente, meno sparagnina e comunque in linea con la "costruzione" di cui si vanta. "Ovunque sia andato, ho costruito", aggiunge ancora Conte. Sa che dovrebbe farlo pure alla Juve.
Terzo aspetto, il più forte. Conte dice di aver studiato, capito, immaginato la sua prossima squadra. Una versione più offensiva, e quindi più moderna, in linea con quanto si vede altrove. La scuola inglese ha dato frutti importanti: "Ma divertire non serve se non vai per la vittoria", ammonisce subito. E chi gli chiederebbe solo il primo, a Torino?