Dopo la debacle col Porto in Champions League si è scatenato il dibattito su quale sia il futuro più sensato di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Le opzioni sono essenzialmente tre: cessione quest'estate, ultimo anno di contratto l'anno prossimo e poi addio a parametro zero, o addirittura rinnovo. Partiamo da una premessa: il suo destino in bianconero sarà lui stesso a sceglierlo. Quella che leggerete di seguito è dunque un'opinione su quale sarebbe lo scenario ideale per la Juve, consapevoli che la decisione spetterà soprattutto a CR7 con la regia del superagente Jorge Mendes.
Stiamo parlando di un giocatore sicuramente fuori dal normale, sicuramente con delle implicazioni che vanno al di là dell'aspetto puramente tecnico (riteniamo che la Juve abbia compiuto una grande operazione col suo acquisto, a prescindere che la Champions si sia vinta o meno) ma che ha pur sempre 36 anni. E che soprattutto, nel doppio confronto col Porto, in un contesto in cui tradizionalmente CR7 si risveglia dai torpori di gennaio-febbraio per imprimere il suo marchio di fuoco nei risultati della squadra, ha dimostrato invece di aver iniziato persino lui una parabola discendente. Con una prestazione impalpabile e quell'apertura in barriera che non rendono onore alla sua robotica professionalità. E che forse per la prima volta, nel rapporto costi-benefici tra il suo essere "ingombrante" e accentratore da una parte, e il suo essere decisivo per i risultati della squadra dall'altra, fanno pendere l'ago della bilancia dalla parte dell'ingombranza e non più dell'impatto positivo.
Così si ringrazierebbe il fuoriclasse portoghese per tutto ciò che ha dato, tanto i frutti del suo apporto sono stati goduti, a livello di prestigio del brand Juventus e di aumento del valore delle sponsorizzazioni per i prossimi anni... e si accelererebbe il fondamentale processo di rinnovamento della rosa. Lo sgravio del suo stipendio faciliterebbe infatti l'ingaggio di più giocatori giovani di rilievo.
Il pensiero di chi scrive, in definitiva, è il seguente: vendere Ronaldo e provare piuttosto a recuperare la Joya semi-perduta, giocatore potenzialmente all'apice della performance sportiva (27 anni contro i 36 di Ronaldo) che con una nuova stagione, recupero dagli acciacchi e magari un rinnovo finalmente concluso (non i 15 milioni all'anno sull'unghia che chiede il suo procuratore, sia chiaro: coi giusti bonus si può provare l'intesa) potrebbe finalmente diventare quel leader tecnico che gli juventini si aspettano da chi indossa la maglia numero 10. E attorno al quale imperniare il nuovo corso juventino dopo quest'anno "di transizione".
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