IL MOTTO - "Aveva ragione. E mi diceva anche di essere onesta. Vivi la vita a testa alta. Ma erano più sgridate che altro. Ero molto vivace e dicevo sempre tutto quello che dovevo dire, senza filtri. Quando litigavamo, io urlavo e urlava pure lui. E a un certo punto faceva: 'Eh, tu sei uguale a me, non c'è niente da fare...'. Poi aggiungeva: 'Chi ti prende a te?'. E io gli rispondevo: guarda, se hai trovato tu moglie di sicuro io trovo un marito. I litigi? Su qualsiasi cavolata. Andiamo alle giostre adesso. No, andiamo dopo. No, voglio andare adesso. E quando si arrabbiava mi diceva: sei una villana! Quanti cazziatoni".
IL RETROSCENA - "Quando è nata la linea di costumi, non sapevo come chiamarla e allora sono andata da lui in ufficio. Nonno, dimmi un nome che ti piace più di tutto, perché è il nome più bello che ci sia, il primo che ti viene in mente. Dimmi questo nome, dai. E lui: Juventus".