«Ritengo che siano irrispettose sia per me che per Allegri . Abbiamo appena iniziato la stagione, ho parlato molte volte di questa cosa e ho sempre detto che sono felice di essere qui. Mi piace lavorare per questo club, ho un ottimo rapporto sia con il presidente Levy che con il ds Paratici , abbiamo tutta la stagione per trovare la soluzione migliore per il club e per me». Queste le parole, ieri in conferenza stampa, di Antonio Conte che ha dovuto fare chiarezza sul suo futuro di fronte ai giornalisti inglesi. Segno, questo, di come le voci che lo rivorrebbero alla Juventus, a causa della crisi della squadra bianconera, siano diventate tanto insistenti da varcare i confini e passare il Canale della Manica.
 
L'ex Torino: 'La Juve avrebbe bisogno del ritorno di Conte'
Oltre le voci, però, quali sono le posizioni dell’allenatore salentino, di Allegri e del presidente Agnelli? A fare il punto è Tuttosport. In sostanza, per tagliarla con l’accetta, tutto dipenderà dai risultati. Se la Juventus dovesse risalire la china, il tecnico livornese si toglierebbe dalla graticola ed è probabile che il progetto si rinforzi. Al contrario, in caso di esonero a metà stagione, è difficile che si possa puntare su Conte, già impegnato con il Tottenham. Inoltre, non è da escludere che gli Spurs trovino un accordo per il rinnovo di contratto, in scadenza a giugno.
 
E se la Juventus decidesse di cambiare guida tecnica a fine anno? Allora, le chance aumenterebbero, ma non è per nulla scontato un ritorno di Conte. Inoltre, permangono vecchie ruggini con il presidente Andrea Agnelli: “Conte non si è lasciato bene dalla Juventus e se c’è una fetta di tifosi che non ha mai smesso di sognare il suo ritorno, ce n’è una che avrebbe voluto togliere la stella a lui dedicata all’esterno dello Stadium. A quella richiesta Andrea Agnelli si è opposto, ma non è certo tra i nostalgici di Conte. Più ancora della lite tra tribuna e campo durante la semifinale di Coppa Italia di due stagioni fa, pesano l’addio dopo un giorno di ritiro del luglio 2014 e soprattutto le parole di due mesi prima durante la festa Scudetto. Quel «Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100», con cui Conte aveva parlato delle ambizioni europee della Juventus, eliminata ai gironi di Champions da Real Madrid e Galatasaray e poi dal Benfica in semifinale di Europa League, non è mai andato giù al presidente”.