L'INCREDIBILE 1998 - I dolci ricordi non si limitano agli scontri diretti, in cui per altro l'Olympiacos ha raccolto quattro sconfitte in altrettante partite giocate a Torino, ma anche ad incroci meno immediati. Girone B, Champions League 1997/98. La Juventus supera il Manchester United, già qualificato per il turno successivo, grazie a Filippo Inzaghi nell'ultima delle sei partite. I 12 punti in classifica, però, non basterebbero per diventare la seconda miglior seconda dietro il Bayer Leverkusen e passare il turno, perché al Rosenborg basta vincere contro un Olympiacos senza velleità di gloria per salire a quota 13. Ci pensa Djordjevic al minuto 88, però, a far impazzire la Torino bianconera, regalando il 2-2 ai greci e la qualificazione agli uomini di Marcello Lippi, che perderanno soltanto in finale contro il Real Madrid ad Amsterdam.
PASSATO E PRESENTE - L'Olympiacos, dunque, sebbene con diverse modalità, è stato decisivo per raggiungere due delle nove finali nella massima competizione europea giocate dalla Juventus. Non solo, però. In quel 2014 si vide in campo un 4-4-2 del tutto nuovo per una Vecchia Signora abituata e ammaliata da Antonio Conte e dal suo 3-5-2 per tanti anni. Allegri rivoluzionò la squadra, rischiando il tracollo, ma riuscendo poi a portarla nuovamente alla gloria dell'atto finale in Champions League. Lo schiaffo del Camp Nou non lascia possibilità di un secondo errore ai bianconeri quest'anno. Anche soltanto un pareggio potrebbe compromettere la qualificazione, non tanto per mano dei greci, quanto più nei confronti dello scatenato Sporting Lisbona. Passa tutto dall'Olympiacos, ancora una volta. Quando il destino europeo della Juventus parla greco, però, di solito è di buon auspicio.