Non male per un allenatore esordiente e senza alcuna esperienza, che si era presentato in Serie A per mostrarci un calcio nuovo - forse immaginario, forse immaginifico - e che, invece, arriva a giocarsi un trofeo importante usando la stessa strategia del tanto criticato - e però molto vincente - Massimiliano Allegri.
Ma tant’è. Tra qualche mese, se Pirlo avrà vinto un altro paio di titoli (e magari la tanta agognata Champions) nessuno - tranne me - avrà più voglia di ricordare quanto promesso e quanto mantenuto. E gli stessi juventini riformisti e miglioristi, che speravano di ottenere da Pirlo quel che non è riuscito a Sarri, perdoneranno tutto sull’altare del successo.
Tuttavia non è ancora tempo per questi discorsi. La Juventus, il 19 maggio, deve battere una tra Atalanta e Napoli (si gioca questa sera) e prima di arrivare lì, dovrà fare strada in Europa (il Porto la settimana prossima) dove nessuno più gioca in modo tanto avaro e arcaico.
Di Giancarlo Padovan per calciomercato.com