SALTO DI QUALITÀ - “Non possiamo prescindere da un’espansione di livello globale. Soprattutto il mercato cinese, oltre ad altri mercati asiatici e non solo, sta iniziando ad affacciarsi con incidenza al nostro calcio e abbiamo la grande possibilità di fidelizzare un grande numero di tifosi che, al momento, non possono essere considerati tali da parte di nessuna squadra. In Italia si nasce della Juve, dell’Inter o del Milan, ma ci sono tanti posti del mondo in cui possiamo prenderci una fetta importante di mercato. E per fare il salto di qualità definitivo e avvicinare le principali realtà europee non si può prescindere da questo; il gap da colmare è principalmente su questi temi”.
LA COMUNICAZIONE ARROGANTE - E' il tema del linguaggio il filo conduttore di questa due giorni. Nella posizione espressa da Palomba la questione identitaria è fondamentale: “Prima di tutto bisogna capire chi siamo. Siamo bianchi o neri (o ci ami o ci odi). Perciò non è detto che dobbiamo per forza essere simpatici”. Lo stile Juve, insomma, può permettersi di “sfiorare l’arroganza”, nei limiti ovviamente del buon gusto: “Se sono il primo club in Italia e uno dei primi in Europa non posso parlare come un underdog”. E su Mandzukic, protagonista della campagna #TenderMario, giocata tutta sul proverbiale carattere scontroso dell’attaccante croato, Palomba aggiunge: “Il fatto è che parla così anche ai compagni, è stata una trovata per raccontare un aspetto della sua personalità. Nessuno lo avrebbe saputo, altrimenti”.