“All’inizio non bene poi ho pensato che rappresentava la sofferenza di tante persone che non ci sono più. Lo dedico a loro e a tutti quegli allenatori che non vincono i campionati ma salvano i ragazzi dalla strada. Chi allena bene fa in modo che difficilmente succedano le cose che sono successe vicino Frosinone”
RICOSTRUZIONE - “Chi trasmette i giusti valori fa qualcosa per gli altri, se è questo lo accetto di buon grado. Ricostruzione? L’allenatore va via quando ha vinto il campionato. Dopo una sconfitta c’è sempre una vittoria, credo che con la giusta determinazione si raggiungono i risultati se non ci credessi me ne andrei.”
TORNARE IN PANCHINA - “Io qui c’entro poco, nella mia precedente vita ho fatto qualcosa nel calcio, il premio lo dedico a chi non vince i campionati e non sono famosi ma danno i giusti insegnamenti ai ragazzi. Tornare a fare l’allenatore? Me lo auguro, quando avrò il mio campionato che vuol dire cercare di ricostruire Amatrice e di non smarrire lo spirito di gruppo perché se stiamo in zona retrocessione come stiamo oggi il rischio è che ognuno giochi per sé. Per tornare ad allenare uno deve avere la testa giusta, essere equilibrato e sereno e in questo momento le incombenze sono tante.”
SULLA VITA AD AMATRICE - “Me lo aspettavo? Io dal 24 agosto non mi aspetto più niente, la vita cambia ogni giorno. Prima era un allenatore e un sindaco in tempo di pace oggi sono un sindaco in tempo di guerra. Il sindaco è il mio lavoro. Ho una grande indennità che è quella di 660 euro al mese, sono questi i costi della politica italiana.”
GLI ALTRI ALLENATORI - “Chi avrei voluto incontrare oggi? Mi aspettavo ci fosse Oronzo Canà, era il mio idolo perché in quindici non perdi mai.”