GIOCARE PER BERGAMO - “Peso o spinta? Un peso no: un’investitura. Dobbiamo cercare di continuare a fare le cose straordinarie che stavamo facendo e abbiamo dovuto lasciare a metà. Saremonel mirino, ma lo siamo sempre stati negli ultimi anni. Per noi ripartite significa la possibilità di ridare gioia a chi ha sofferto in questi mesi. Non possiamo restituire morti, cancellare dolori: solo dare un po’ di allegria, fare pensare ad altro per qualche ora. Anche Bergamo mancia calcio, respira calcio, vive di calcio. Senza dimenticare”.
PAURA DEL VIRUS - “Forse ne ho avuta un po’ la prima settimana: da solo non ti facevi solo la doccia, ma anche mille domande. Oggi ho solo tutta la voglia del mondo”.
CONDIZIONE - “Al mio fisico bastano 15-20 giorni per essere a posto, ma le dico la verità: quando ho visto come stavamo i miei compagni dopo due mesi di quarantena, mi sono emozionato. E mi emoziono a vedere quanto corrono De Roon, Freuler, Hateboer, Gosens, Castagne: sono animali… Freuler è quello che mi ha sorpreso di più: ha giocato 3-4 partite 11 contro 11 come se non si fosse mai fermato”.
STADI RIAPERTI IN PARTE - “Mi piacerebbe, credo lo voglia anche la gente. Non mi pare una follia: se riaprono i centri commerciali, perché non si può riaprire in parte uno stadio, che è all’aperto?”.
SULLA CHAMPIONS - “Inutile negarlo: in una partita secca hai più chance con chiunque, in 90’ può succedere di tutto. E senza pubblico ancora di più”.