L’insostenibile leggerezza dei vantaggi bianconeri. Match point che sfumano, contropiedi che fumano, partite mai chiuse, blackout, difesa alta più per inerzia che per convinzione, pressing col buco: è un Sarrismo che procede a tentoni verso lo scudetto, questo del post Covid. Un Sarrismo che annaspa in attesa della gara di ritorno col Lione. Per i detrattori acerrimi è Sarrismo allo stato puro, ovvero l’assoluta incapacità di metabolizzare il DNA bianconero. Udinese-Juventus andava vinta senza se e senza ma, e Sarri è il solito perdente, quello dell’albergo di Firenze. Vi immaginate uno scudetto vinto perdendo, che casino e che battute scatenerebbe? Il primo scudetto di Sarri... Neanche al miglior umorista verrebbero in mente certe cose.  
 
Bernardeschi tra il nuovo agente e il Napoli: cosa sta succedendo
DIFENDERE IN AVANTI: IL GOL DI DE LIGT- Va bene tutto, però non prendiamocela nel 2020 con la difesa alta. Non applaudite al gol di De Ligt, allora. Va dato a Cesare quel che è di Cesare. Poi le beghe le affrontiamo tra qualche riga, non temete. Prima però godiamoci l’ anticipo dell’olandese sulla trequarti avversaria, coi terzini belli alti e spavaldi come piacciono a Sarri sul colpo di testa di Ekong a liberare l’area dal cross di Rabiot.



Ed eccolo che arriva De Ligt, il fratello forte di quello stanco e annebbiato che si è beccato il tunnel da Fofana nei minuti di recupero. Così ci piace, no?



DIFENDERE IN AVANTI: IL GOL DI NESTOROVSKI- I problemi però ci sono, non dobbiamo fare finta di niente. Vanno anzi affrontati quanto prima, sia per evitare una clamorosa beffa scudetto, sia perché la gara col Lione è qui che si avvicina. Quella francese è infatti, per caratteristiche, una squadra molto simile all’Udinese di Gotti.
Vi propongo un gioco, proviamo ad analizzare l’uno a uno dei friulani a partire da un solo fotogramma. Questo.



Tutto ciò che vi appare è l’ effetto di un qualcosa che è successo precedentemente (perché Alex Sandro e Rabiot sono così in ritardo su Nestorovski e Fofana?). Ma anche ciò che non vi appare lo è, ad esempio potremmo chiederci dove sia Bernardeschi.  E ancora, alcune posizioni potrebbero essere dettate dalla stretta osservanza di certi dettami sarristi: vedi De Ligt che non sta marcando nessuno a centro area. Insomma, abbiamo già un bel po’ di carne al fuoco. Iniziamo allora da quest’ultimo punto: De Ligt. Ha senso in questa determinata situazione continuare ad applicare rigidamente una delle note richieste che fa Sarri ai difensori centrali? Ossia guardare la palla e occupare la zona del primo palo, a prescindere dai movimenti e dalla presenza degli avversari? E soprattutto, a prescindere dalla presenza o meno del proprio terzino (qui sopra Alex Sandro)? Non rischiano di essere troppo rigide queste regole difensive? Troppo vincolanti e scolastiche, da fanatici della zona? Non sto dicendo che ha sbagliato De Ligt, perché De Ligt esegue alla lettera quello che chiede Sarri, e il gol si prende per il ritardo di Alex Sandro, però diamine, un po’ di libertà di interpretazione. Di fatto si è preso gol per un cross sul secondo palo, e l’olandese era sul primo a fare che? A eseguire un compito. Ma dov’era in questo caso il pericolo maggiore? Non poteva prenderselo lui Okaka, così da permettere a Rugani di contrastare almeno Nestorovski?
 
IL PRESSING COL BUCO – Rispondiamo ora alla domanda cruciale su Alex Sandro e Rabiot: perché dunque quel ritardo? È stanchezza? È pigrizia mentale? Passività? C’entra la pressione alta richiesta da Sarri? È il pressing col buco il problema. Il gol dell’uno a uno dell’Udinese nasce da un possesso friulano notevole, una manovra partita da un fallo laterale vicino all’area bianconera e passata addirittura dai piedi di Musso. Come se l’Udinese avesse voluto attrarre la Juve nella propria metà campo, per poi infilarla pazientemente col palleggio. Risaliamo dunque all’istante in cui, tramite la combinazione Musso-Ekong, CR7 viene fatto fuori e il pallone giunge a Becao sulla destra, dove Rabiot esce in pressione. Situazione ottimale, i giocatori della Juve sono disposti bene, nonostante il leggero ritardo di Rabiot. La palla arriva per un corridoio interno alla mezzala Fofana, seguito forte da Bentancur. Perché il pressing funzioni, bisogna oscurare il passaggio che lo fa saltare, ovvero la linea che congiunge Fofana a Nuytinck.



Dybala, che si trovava sulla traiettoria, commette però una lieve inesattezza stringendo verso De Paul per intuizione. Robetta ancora, in ogni caso la prima pressione è vanificata, e la Juve deve scivolare verso destra dopo il passaggio di Fofana a Nuytinck.



Il nuovo bersaglio è Zeegelaar, il quinto di sinistra di Gotti. Su di lui esce fortissimo Bernardeschi.  
E qui iniziano i problemi seri.



Dybala, troppo passivo in questo caso, scherma solo il centrocampo, lasciando libero il sostegno di Zeegelaar, lo stesso Nuytinck. Zeegelaar allora si ferma e torna dal centrale: ecco il buco. Il che significa doppia corsa per Bernardeschi. Ma è una generosità senza ordine, perché nel frattempo Ronaldo passeggia e pure Ekong è libero di ricevere. Sarri a fine gara dirà: “In questo momento della stagione l’ordine è più importante dell’aggressività”. Anche perché se questa è aggressività, allora basta un giro-palla.   



Il pallone passa da Nuytinck a Ekong e da Ekong a Becao, quindi torna a destra. Ronaldo, che fa proprio il minimo sindacale in fase difensiva, dalla sua parte esce. Ma Becao fa in tempo a servire il quinto Ter Avest, su cui Alex Sandro è inspiegabilmente in ritardo. Guardate dov’è finito Bernardeschi: aveva seguito come un matto il giro-palla fino a Ekong. Tripla corsa per lui, e inefficace.



Il ritardo di Alex Sandro rivela anche un altro errore. Nell’uscire sul quinto, il terzino brasiliano non chiude una assai probabile linea di passaggio diagonale verso la punta. L’Udinese gioca col 3-5-2, che senso avrebbe chiudere una giocata lungolinea in questo caso? Perché lasciare aperto questo corridoio? Ritardo e approssimazione. Ma guardate ancora Bernardeschi… Da lì non possono uscire. Se escono sono dolori.



Ci riescono, e stavolta appoggiandosi alla punta Nestorovski. Rugani giustamente pressa alto ma non a tal punto da anticipare o sporcare il pallone o fare fallo. De Ligt gli dà copertura, corretto. Nestorovski però fa la sponda per Fofana e così anche Rabiot viene tagliato fuori.



E qui c’è un altro momento chiave: se non riesci a impedire la trasmissione Fofana-De Paul vai in difficoltà, perché Bernardeschi è fuori posizione. L’uomo che si era impegnato di più nella riconquista del pallone diventa ora una debolezza. Infatti De Paul metterà in moto il liberissimo Zeegelaar, il quale toccherà il pallone a sua volta per Sema, l’uomo-assist di Nestorovski (cross dalla sinistra). Ma vedete dove stanno in questo momento Rabiot e Alex Sandro rispetto a Nestorovski e Fofana? La corsa a tornare è stata troppo superficiale.  



CR7 E RUGANI – Infine il gol vittoria dei friulani. È la seconda volta che CR7 perde un pallone sanguinoso in questo periodo (ricordate il 3-2 col Milan?) e 'fa perdere' la Juve. Siamo sull’uno pari e nei minuti di recupero, a chi deve darla Rugani se non a CR7? La squadra è giustamente tutta riversata nella metà campo avversaria.



Ma il portoghese, probabilmente stanco, si lascia anticipare dall’irruente Becao.



A questo punto sbaglia anche Rugani. O meglio, difende in avanti come chiede Sarri, ma sine grano salis. Su una palla impennata che non è nemmeno 50 e 50 tra lui e Becao, anziché arretrare prudentemente tenendo conto della posizione di Nestorovski e Fofana, nonché di quella dei propri compagni, si lancia lo stesso nella contesa.



E perde miseramente il duello aereo aprendo di fatto la strada a Fofana.



CONCLUSIONE - ​Perché dunque tutti questi ritardi? In parte per errori di tattica individuale, in parte per motivi strutturali: si pressa col buco. E alla lunga ci si stanca di pressare col buco, diventa un falso pressing, un pressing di facciata. Meglio allora alternare momenti di difesa posizionale a quarti d'ora feroci, mezzorette di pressing fatto bene.