Prendete la partita di Supercoppa di ieri e avrete, nell’ ordine, le seguenti reazioni:
1) C’era un rigore netto (netto?) per il Milan.
2) L’arbitro Banti consulta (già qui ci sarebbe da discutere) il VAR solo quando fa comodo alla Juve.
3) Il goal di Ronaldo non era in fuorigioco per millimetri, se la stessa cosa fosse successa al Milan, lo avrebbero annullato.
4) Al Milan fischiano i fuorigioco immediatamente, alla Juve no! Ed è un fatto assai grave, perché, come dice Romagnoli, se l’azione finisce in rete “se prendemo una gigantesca paura”.
Il responso del campo è dunque per la Juve, giusto. Quello del gioco no.
Come appare ormai frequentemente, la Juve è apparsa spesso imballata, ma, al di là del dato tecnico-tattico, sembra che i bianconeri soffrano mentalmente le partite secche e non siano ancora quella squadra capace di giocare a memoria un calcio di controllo e dominio al tempo stesso. Eppure con questa rosa a disposizione, con la potenza di Ronaldo, la velocità di Douglas Costa e Cancelo, l’agilità di Dybala, la garanzia di Chiellini, la squadra dovrebbe essere capace di vincere e convincere.
Pjanic eternamente al piccolo trotto, sommato a un Bentancur, talvolta opaco (come ieri) , lasciano tutto il peso della corsa e del contrasto a Matuidi; Emre Can non sembra in grado di coprire le due fasi e la brillantezza di Khedira è frequentemente vittima d’improduttivi svolazzi. Forse Ramsey può garantire quella solidità di reparto, che, attualmente non sembra concessa.
Anche se il primo obiettivo è stato raggiunto e anche se gli altri due (Campionato e Coppa Italia) sembrano alla portata della Juve, è l’ultimo, il più importante. Con due incontri “secchi” e squadre agguerrite, in Champions, la fortuna può non bastare. Con l’Atletico bisogna cambiare musica e spartito.