Mattia Perin ha parlato al podcast della Juventus Stories of Strength. Le sue parole:

ESPERIENZA PERSONALE- “Ho iniziato questo percorso cinque anni fa per necessità sportiva. Nel giro di pochi anni avevo subito molti infortuni, avevo perso passione e amore per lo sport, ho iniziato un percorso con la mia mental coach dal 2019. Poi mi sono reso conto di quanto in realtà sia importante nella vita di tutti i giorni. Solo crescendo come esseri umani cresciamo come sportivi. Ci sono alti e bassi ma è proprio dai bassi che si pongono le basi per costruire parti migliori di noi stessi. Quando ritorneremo negli alti sappiamo come gestire basi ed emozioni di gioia e felicità ma se prima non impari a gestire quelle dei momenti di down non riesci a gestire le altre. Quando accetti una parte di te quella smette di chiamarti e risalire”.
 
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SENTIRSI SENZA VIA D’USCITA- “Prima di cominciare questo lavoro facevo finta di non vedere, credevo non ci fosse la soluzione. Poi quando ho iniziato questo percorso mi sono accorto che anche grazie a chi mi aiuta i momenti dove non vedi via d’uscita sono veramente brevi. Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza ma sintomo di coraggio, invito chiunque stia passando momenti dove non vede via d’uscita a chiedere aiuto ad un professionista. Vi accorgerete di come la vostra vita può svoltare in positivo in pochissimo. Ti accorgi che quando funzionano non riesci a farne a meno. Non si smette mai di imparare, si scoprono nuovi strumenti. Il bello poi è condividere, quando si è imparato è bello poterli donare agli altri se li vedi in difficoltà”.
 
CAPACITA’ DI CHIDERE AIUTO- “Siamo in un’epoca in cui si pensa che si debbano risolvere i problemi da soli, se non si riesce si è deboli. È esattamente il contrario. Lavorando su se stessi si deve avere il coraggio di guardare in faccia alcuni aspetti che non si vogliono vedere. Io li chiamo zainetti emozionali, ci appesantiscono e basta. Quando li sciogli c’è una leggerezza incredibile”.
 
ZAINETTO EMOZIONALE NEL CALCIO- “Impattava tantissimo. Mi sono accorto che tutte e cinque le mie operazioni, erano infortuni emotivi. Inutile dire che non esistono. Quando ho cominciato a lavorarci e scioglierli vai a trovare cose della tua vita che non avevi il coraggio di affrontare. Procrastinare è un difetto enorme dell’essere umano, i problemi vanno affrontati e guardati in faccia. Per questo è importante chiedere aiuto. Se vuoi progredire come essere umano è un aspetto fondamentale. Ci vuole coraggio”.
 
PERCHÉ HA CHIESTO AIUTO- “Pensavo mi servisse solo dal punto di vista sportivo, poi ho capito che ti migliora la vita di tutti i giorni, da padre ad amico a compagno di squadra. Vivi la vita più profondamente con gioia, felicità e leggerezza. Crepet dice che la vita è fatta di due parti: nelal prima dobbiamo essere una spugna ed imparare il più possibile, nella seconda parte dobbiamo donarlo agli altri ma la nostra vita deve finire in rosso, dobbiamo donare agli altri più di quello che abbiamo ricevuto. Aiutare gli altri fa stare bene”.
 
SQUILIBRIO- “Ora vedo quei momenti come opportunità di crescita. Ogni volta che succede una cosa negativa per l’essere umano quando poi ritrova l’equilibrio ha aggiunto un mattoncino di crescita. Ci sono, ci saranno sempre. Nuove situazioni o sfide che creano squilibri. Dietro l’angolo c’è sempre la luce”.
 
COS’HA IMPARATO- “Quello che cerco di fare è ascoltarmi, quotidianamente. Durante la giornata se hai momenti in cui ti ascolti, se lo fai con trasparenza. Togli le barriere tra il tuo centro e le tue parti. Cerco sempre di capire in questa parte della giornata di cosa ho bisogno. Ci sono anche giornate tranquille, crescendo da questo punto di vista sono riuscito a ridurre i momenti di squilibrio. Mi conosco molto meglio, ho una considerazione reale di me”.
 
PRESSIONE ESTERNA- “Credo ci sia troppa frenesia. Ci sono professionisti che hanno studiato e sanno come maneggiare la nostra mente. Senza farle sentire che la vuoi comandare. Bisogna trovare momenti per stare in quiete con noi stessi, anche pochi minuti al giorno nel silenzio e ascoltarsi. Come una forma di meditazione. Riesco a capire che una cosa mi sta creando un peso e la prevengo. Procrastinando da una busta della spesa diventa una valigia per un viaggio transatlantico”.
 
PERCHÉ SI PERDE INTERESSE- “C’è stato un periodo in cui non riuscivo ad andare in campo perché ogni tot di tempo dovevo vivere un infortunio a causa mia. Il divertimento è fondamentale per esprimere la parte migliore di sé stessi. Senza divertimento, che è una situazione che si vive da bambini, gli sport sono un gioco, se non ci aggiungi la componente di divertimento non puoi essere la migliore versione di te stesso e tirare fuori la migliore prestazione. Siamo sotto ai riflettori, la gente purtroppo a volte vive il gioco in maniera troppo seria. Se ti diverti sarai più performante”.
 
FUTURO- “Ho ancora tanti obiettivi calcistici. Compirò 31 anni ma voglio giocare ancora parecchio, ho imparato ad amare sempre di più. Voglio massimizzare il lavoro in palestra e in campo sulla mia mente. Voglio fare la miglior carriera possibile. Fuori mi piacerebbe portare quello che abbiamo trasferito oggi qui. Aiutare i più giovani che ne hanno bisogno, sono un veterano in spogliatoio e voglio far aprire gli occhi ai miei compagni sull’argomento. Avere una visione grande e media ci può stare ma devo vivere giorno per giorno altrimenti perdo l’equilibrio. Si costruisce il sentiero per arrivare agli obiettivi”.
 
OBIETTIVI- “Sono fondamentali ma nulla è quello che raccogliamo lungo il percorso. Anche se non si raggiugono non ci si deve preoccupare. Dal successo non si impara nulla, si impara dal percorso”.