SU POGBA - "Pogba ha vissuto una brutta avventura? Già. Un problema non raro fra i calciatori, quello di vivere situazioni di tensione o di ricatto. Vengono minacciati perché sono soggetti molto esposti. Ho visto di tutto, soprattutto ricatti: i giocatori hanno paura a denunciare queste cose perché temono il danno di immagine o si vergognano. Così tacciono e vivono situazioni di stress incredibile, rischiando di compromettere le prestazioni o addirittura di infortunarsi. Tacendo peggiorano la situazione perché un buon agente li può sempre aiutare. Quando Paul finalmente ha deciso di farsi aiutare ha migliorato la situazione e ha capito che c’era una soluzione".
COME STA PAUL - "È entusiasta. Il superpotere di Paul è quello di superare le difficoltà con una forza incredibile e una grande positività. C’è stato un momento, qualche settimana fa, nel quale mi ha detto: “Rafaela, basta. Io non voglio pensare più a niente, mi concentro sul mio ginocchio e sul recupero, perché voglio tornare a giocare”. E così ha fatto: sono sicura che non ha più ascoltato nessuno e non ha più sentito niente, perché lui è capace di escludere il mondo e concentrarsi solo su un obiettivo".
LA RISPOSTA DI PAUL - "Era felice. Lui ci tiene alla Juve. Aveva altre ipotesi in ballo, ma quando ha sentito la parola Juve le ha messe immediatamente da parte. Lui ama questo club e ama l’Italia. Questo perché la Juventus gli ha dato momenti meravigliosi e le più grandi felicità. Poi sa, il giocatore rimarrà sempre legato al club dove compie il salto da sconosciuto a grande giocatore, per Paul la Juventus significa tantissimo. Da quando è andato via dalla Juventus ha sempre guardato le partite della Juventus e soffriva ed esultava per loro. Non ho mai sentito Paul parlare male della Juventus, tranne che per due cose. Quando c’era lui andavano in ritiro in un albergo (non quello attuale, ma uno a Leinì, ndr) e lui si lamentava molto per le dimensioni del letto: troppo corto. Mi diceva sempre: “Mi escono i piedi!”. L’altra cosa era la pasta al pomodoro: “Rafaela, c’è sempre la pasta la pomodoro”. E gli rispondevo: “Sei in Italia! Cosa vuoi mangiare? Riso e fagioli?”. Ma scherzavamo molto su questa cosa e quest’estate era diventato quasi ossessivo. Non vedeva l’ora di chiudere la trattativa. Mi chiedeva in continuazione: quando vado alla Juve? Quando vado alla Juve? Era carico da matto. Settimane passate così... e poi arriva e si fa male. Un dispiacere immenso".