Gerard Piqué non le manda a dire. In una lunga intervista a La Vanguardia il difensore blaugrana ripercorre le tappe degli scontri con la dirigenza del Barcellona e con il patron Josep Maria Bartomeu. Da Messi al taglio stipendi e ai senatori: “Il mio rapporto con la società? Non voglio andare in disaccordo con nessuno ma ci sono state delle volte in cui le cose non mi sono piaciute. Dalla questione dei social network ad altro. Da giocatore del Barça vedo che il mio club ha speso soldi, soldi che ora ci chiede praticamente indietro. Non lo fa solo a persone esterne ma anche a chi ha un rapporto storico con la società. A noi calciatori in attività e credo sia oltraggioso. Quando ho chiesto spiegazioni mi è stato risposto ‘Gerard, non lo sapevo'. E ci ho creduto. Bene, più tardi vedrai che, nelle azioni future, la persona incaricata di assumere questi servizi sta ancora lavorando al club (riferendosi a Jaume Masferrer, consigliere della presidenza ndr). E questo mi fa molto male. Lo dico qui perché l'ho detto personalmente al presidente prima. E cosa vuoi che dica? È doloroso? Sì. Posso fare qualcos'altro? Beh no. Il mio rapporto con il presidente può essere cordiale, ma ci sono cose che rimangono”.

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TAGLIO STIPENDI - "È molto semplice. Il club comunica a me, a me e agli altri giocatori che a causa della pandemia il club soffrirà molto finanziariamente e in quella situazione il Barça è al di sopra di chiunque altro. Il Barça mi ha dato tutto, quindi mi metto a sua disposizione. Mi dicono che tutti i soldi a cui posso rinunciare quest'anno verranno raccolti in futuro. A titolo personale, ogni giocatore è libero di accettare volontariamente la proposta del club. Un'altra cosa è che ti costringono unilateralmente e che lo fanno con i modi in cui l'hanno fatto. Ecco, la verità è che non sono assolutamente d'accordo”.

MESSI - “Io, da presidente, mi sarei comportato in modo diverso. Ho chiesto a Messi di restare. Mi chiedo come sia possibile che il miglior calciatore della storia, di cui tutti noi abbiamo avuto la fortuna di godere debba mandare un burofax per farsi ascoltare. Per me è stato scioccante. Leo merita tutto. Il nuovo stadio dovrebbe avere il suo nome e poi quello dello sponsor. Dobbiamo avere cura delle figure come lui non screditarle”.

DAL TRIPLETE A ZERO - "Abbiamo toccato il cielo con  il triplete del 2015 e da lì in poi il club è calato invece di crescere e quel trend è inappellabile. Abbiamo toccato il fondo con 2-8 e abbiamo dovuto resettare tutti per vedere cosa fosse meglio per il club".