PARALLELI - Nessuno, credo, può mettere in dubbio la validità della teoria sui corsi e ricorsi storici di vichiana memoria. Il mondo del pallone non sfugge al teorema del "déjà-vu". Azzardare paragoni o addirittura sovrapposizioni tra passato e presente sarebbe sbagliato. Nessuno e niente è mai uguale a chi e a ciò che l’ha preceduto. Di contro, mi pare corretto e anche sensato cercare e indicare le similitudini che possono esistere tra due mondi temporalmente lontani tra loro e i personaggi che li hanno caratterizzati.
IL FIOR FIORE - Venendo al presente e dopo aver fatto gli auguri di cuore a Giovanni, l’uomo certamente più amato dalla piazza bianconera, mi pare di intravedere che Pirlo possieda tutti gli strumenti necessari per crescere e far diventare grande la sua Juventus esattamente come riuscì al Trap. E il segreto di questo successo si trova proprio nei nomi e nelle figure di quella "meglio gioventù" a disposizione del nuovo tecnico juventino.
CASO PER CASO - Federico Chiesa, per esempio, seppure non provvisto della brasilianità del mitico "Barone" potrebbe davvero ripercorrere con il medesimo successo la strada battuta da Franco Causio. Allo stesso modo l’americano McKennie mi pare possieda le medesime caratteristiche tecniche e fisiche per tentare di replicare in bianconero la carriera del capitano Beppe Furino. E perché, allora, non dire che il giovane olandese De Ligt pur vantando uno stile e una classicità differente non potrebbe rappresentare il muro invalicabile di Sergio Brio? Volendo spingermi all’estremo, tanto è un gioco, mi piace immaginare Frabotta nei panni futuribili di Cabrini, per stile e potenza sulla fascia sinistra, e Portanova nelle vesti di Pierino Fanna o in quelle di Vinicio Verza. Mentre per Kulusevski non sarebbe male ripetere gli exploit di Domenico Marocchino in maniera meno guascona. Sognare non è peccato. È bello.