PRESENTE - "Sto molto bene: non mi manca il dovermi allenare ogni giorno e mi mancava il poter stare di più con la famiglia. Dopo 25 anni da giocatore, non ho l’ansia di trovare subito un altro lavoro. E devo pensare bene a quale fare".
BALOTELLI - "Si è rimesso in gioco, credo anche per tornare in Nazionale: se ha capito davvero che era l’unica cosa da fare, sarebbe già buon segno. Comunque, nel frattempo è giusto chiamare Kean, come si è visto a Udine: non spreca la fiducia che gli danno e quando gioca, spesso fa gol. Mica poco".
DIETRO LA JUVE - "Le stesse tre di oggi, credo. Anche se la Lazio adesso sta bene bene. Il Napoli fa il suo, perché era già forte. L’Inter poteva fare di più, ma ha frenato in certi momenti decisivi, ha avuto infortuni e poi la vicenda Icardi. Ha deluso un po’ la Roma, sì: dopo la semifinale di Champions dell’anno scorso ci si aspettava una crescita almeno in Italia. Per ringiovanire, hanno rinunciato all’esperienza necessaria a continuare il discorso iniziato".
GATTUSO - "Mi aspettavo l’organizzazione difensiva, il saper essere ferocemente concentrata della sua squadra. Non mi aspettavo questa voglia di costruire gioco, di essere anche belli da vedere. Ma Rino ha studiato, è andato oltre l’etichetta che aveva da giocatore tutto grinta: i tecnici non sempre sono come quando giocavano".
PIATEK-HIGUAIN - "L'addio a Higuain un guadagno? Da come vanno le cose, sì: Piatek è giovane, e fa quasi sempre goal. Mi piace la cattiveria con cui cerca sempre la porta, quasi da assatanato: mi ricorda Inzaghi, sembra sapere sempre dove andrà il pallone".