Per ogni squadra vincitrice di titoli, c’è un undici titolare da scandire nome per nome. Perché nonostante l’ampiezza di un gruppo possa comprendere tanti elementi di spicco, a cui la panchina talvolta sta scomoda, è sempre riconoscibile una fisionomia delineata. Ben venga poi se la sana concorrenza ruolo per ruolo generi confronti che mettano in luce tutti i componenti della rosa. Ma l’impronta con cui affrontare ogni battaglia deve essere identificabile, soprattutto per dare organizzazione, equilibrio e stabilità al sistema. Cosa che al momento manca alla Juventus di Andrea Pirlo.

TANTE FORMAZIONI, TANTI ESPERIMENTI – Circa una settimana fa, il tecnico bianconero ha annunciato lo stop agli esperimenti, ma la costruzione del cantiere di questo inizio di stagione sta avendo ripercussioni indesiderate. La sensazione è quella di confusione, il continuo cambio di interpreti all’interno dello stesso sistema (3-4-1-2/3-5-2 o 4-4-2) sta destabilizzando l’ordine interno sul piano del gioco. Pirlo ha schierato formazioni diverse mantenendo sempre la stessa filosofia, quella del calcio propositivo, dell’aggressione e del dominio della partita, ottenendo risultati altalenanti. Come quello negativo di ieri contro il Benevento, dove l’assenza di Cristiano Ronaldo è pesata come un macigno

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QUANTI CAMBI – La grossa attenuante a favore di Pirlo sono stati gli infortuni. La difesa è stata reinventata più e più volte, ma è anche il reparto da cui sono arrivate due note positive come Cuadrado e Danilo. In attacco le certezze sono il re Cristiano Ronaldo e Morata, protagonista di una splendida seconda vita in bianconero. Dybala, invece, rincorre da dietro, tra acciacchi fisici e prestazioni sottotono. Ma la zona del campo ricca di enigmi è quella dove in carriera Pirlo divenne Maestro, il centrocampo. Un laboratorio pieno di prove. Tra campionato e Champions League, sono state provate molteplici combinazioni, sia al centro alternando Arthur, Rabiot, Bentancur, McKennie e Ramsey (il gallese sulla trequarti), sia sulle fasce con Chiesa, Kulusevski e per ultimo Bernardeschi, posto minacciato dalla possibile scelta di un terzino di spinta sull’esterno (vedi Cuadrado ed in futuro Alex Sandro). Il miscuglio nel calderone non sta portando benefici, solo sprazzi di quanto vorrebbe vedere Pirlo. E forse, la confusione, potrebbe essere dileguata scegliendo il vestito giusto per questa Juve, delineando una formazione tipo che possa esprimersi all’unisono.