PARTITA PER PARTITA: CAMPIONATO - Iniziamo con una sintetica panoramica. Con la Sampdoria all'esordio stagionale ha apposto il sigillo sulla prima vittoria di Pirlo, con la Roma ha messo a segno la doppietta che ha permesso di strappare il 2 pari in un match difficile. Senza di lui i compagni hanno pareggiato con Verona e Crotone, tornato lui ha tolto le castagne dal fuoco contro lo Spezia entrando a gara in corso. Con la Lazio ha portato in vantaggio la Juve, poi è uscito e nel finale Caicedo ha pareggiato. Col Cagliari 2-0 con gol entrambi suoi. Col Benevento è rimasto a Torino a riposare e i compagni hanno pareggiato. Nel derby col Toro per una volta l'hanno risolta "gli altri", neppure col Genoa è stato brillantissimo ma ha trasformato i due rigori decisivi. Nell'1-1 con l'Atalanta partita da dimenticare (con tanto di rigore parato da Gollini), col Parma è tornato con una doppietta (con uno dei suoi "voli d'angelo"), mentre nella debacle con la Fiorentina in realtà è stato uno dei pochi a salvarsi. TOTALE: 12 gol in 10 presenze (capocannoniere del campionato)
Il quadro che ne esce fuori è quello del solito trascinatore, che ha trainato il gruppo in un inizio stagione dove sono state gettate le basi di un progetto nuovo e la formazione di Pirlo ha fatto fatica a tenere le misure sul campo e a tenere la concentrazione da big per tutti i match e tutti i 90 minuti. Senza di lui la Juve in campionato pareggia con le neopromosse e solo a dicembre si è assistito a una partita, il derby, in cui realmente la Juve ce l'ha fatta "a prescindere" da CR7.
ULTIMO GRANDE GRADINO - Il prossimo step è quello di non essere più solo il solutore di situazioni per tenere a galla la Juve, ma il trascinatore di un collettivo in grado di assecondarlo e fornire un contributo vincente. In altre parole, fare quello che ha fatto il Real Madrid con Ancelotti e soprattutto Zidane. E due motivi per ben sperare, nonostante la difficile chiusura di 2020, ci sono: la stima di Ronaldo verso Pirlo, ben diversa dalla considerazione che aveva di Sarri, e l'intesa vincente con Alvaro Morata, il centravanti di movimento che gli permette di esaltarsi ed esaltare.