ITALIA - "Mi manca, sinceramente. Io tornerei molto volentieri. Per farvi capire, l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale mi ha colpito, come se fossi italiano anche io".
IN ESTATE - "Due contatti ci sono stati, poi non abbiamo definito nulla e non per una questione economica. Per me non era una questione di soldi, anche ora vorrei essere importante in un progetto e vincere lo scudetto. Ho fame, esperienza, quasi 700 partite: penso di poter aspirare a obiettivi alti, no?".
ALLEGRI - "A me tutte quelle critiche sembrano una follia. Io stimo molto Allegri, come allenatore e ancora di più come persona. Mi sembra la persona più giusta per la Juve e i risultati dicono che l’ha risistemata. Nessuno invece dice che sotto pressione è il più bravo. Un esempio? Inter-Juve 2-3 nel 2018. Venivamo dalla sconfitta con il Napoli e si capiva che stavamo rischiando tanto. Allegri ha fatto un grande discorso, con tanta calma, ci ha rimesso a lavorare e noi abbiamo trasformato quella calma in forza".
JUVE-INTER - "Per me è 50-50, ma può decidere anche Paulo Dybala. Credo che Allegri lo farà giocare dall’inizio. Paulo ha la testa da campione, si farà sempre trovare pronto".
DYBALA - "Ho scritto subito a Paulo quando l’ho saputo, perché per me è un amico, mi è sempre piaciuto giocare con lui. Gli ho scritto che è un grande campione e lui ha risposto “grazie, fratello, ti voglio bene”. Credo di capire come si senta, lui non si è mai tirato indietro anche se stava male, non ha mai scelto di non giocare per salvaguardare se stesso. Però capisco anche la società, che è stata molto chiara. Credo abbia scelto un progetto diverso, con calciatori più adatti a quell’idea".
RUOLO SBAGLIATO? - "Sarri è pazzo del calcio, un grandissimo allenatore. L’errore è stato un altro: mi sono fissato sul numero di palloni da giocare, i famosi 150 palloni, e ho perso di vista il mio calcio".
NUMERO 10 - "Per un anno, direi a nessuno. Il 10 va meritato al 100%".