TARDELLI - "Marco ha ragione e fa bene. L’apporto che può dare è molto importante, fondamentale. Lui se ne intende, ama il calcio, ama i calciatori, è un uomo intelligente e di grande personalità. Mi auguro che trovi delle sponde solide in tutti i settori. Ce la farà, Marco è un grande rompiballe. Ha un forte senso della giustizia, lavorerà per tentare di aggiustare le cose in un mondo che non ama gli stravolgimenti…".
VAR - "E’ tutta una questione di potere, chi ce l’ha, chi lo detiene non lo vuole dividere con altri. Il potere nessuno lo regala. Le regole del calcio le stabilisce da cent’anni l’International Board, siamo a livelli di consuetudine. L’obiettivo di Marco è interessante proprio perché insegue nuovi equilibri. Certe dinamiche, alcune situazioni le può interpretare correttamente solo chi sul campo c’è stato".
VAR 2 - "L’ho detto dal primo minuto, non me la sono tenuta per me, ho dichiarato la mia opposizione alla tecnologia soprattutto se usata in questo modo. Il calcio non può essere arbitrato dal video. La televisione falsa la percezione dei singoli episodi. Il calcio è uno sport di contatto, ci sono interventi assolutamente regolari che, se passati al filtro della televisione e addirittura rallentati poi, comportano interpretazioni inaccettabili. Il fallo deve essere valutato e giudicato da vicino e in tempo reale. La chirurgia arbitrale, il calcio dei centimetri, è inaccettabile. Il Var uccide anche l’emozione del gol, obbliga i calciatori a festeggiarlo cinque mesi dopo e addirittura due volte... Per un calcio più giusto e più calcio non serve il Var, ma un buon arbitro. Le polemiche sull’applicazione della tecnologia non sono un’esclusiva italiana, in tutta Europa se ne discute. La Premier era contraria e da tempo utilizza la tecnologia secondo principi tutti suoi, in Spagna non sono mancati i casini, in Germania anche, in particolare il primo anno. Il Var non risolve le cose, le sposta e non porta alcun tipo di giustizia. Cazzata? Confermo. Perché esiste? Per salvare il culo ai dirigenti arbitrali. Oggi non si parla più dell’arbitro, ma del Var. Che toglie responsabilità soprattutto a chi gli arbitri li dirige".