TORINO IERI E OGGI - «La prima volta qui ero più giovane e non avevo l’esperienza che ho adesso. Sono cresciuto nella vita personale, ho due bambini, una moglie, e anche come calciatore. Ho vinto il Mondiale con la Francia, l’Europa League con lo United, ho giocato con grandi giocatori e una grande squadra. Ho imparato tanto lì, era totalmente diverso dalla mia esperienza precedente. Dovevo prendermi più responsabilità che invece avevo meno qui alla Juve quando ero giovane e avevo giocatori esperti vicino a me. Adesso mi guardo e penso che sono diventato come questi giocatori, come Pirlo, come Buffon, come Chiellini. E ora tocca a me fare alla Juve quello che hanno fatto loro».
JUVE - «Dico che non c’è molta differenza fra giocare nel Manchester United e nella Juventus; quando sei in un grande club, sei in un grande club. E la Juve lo è sempre stato, il più grande d’Italia. Ora la ritrovo cresciuta dal punto di vista delle strutture – il nuovo centro d’allenamento, bellissimo; la Juventus Women, simbolo di un calcio finalmente davvero per tutti, che mi entusiasma – ma sempre con la stessa famiglia al comando, garanzia di continuità, e con la stessa mentalità: vogliamo sempre vincere e siamo sempre la Juve, questo non cambierà mai. Ora tocca davvero a noi».
TIFOSI - «Quando sono andato via sono stati molto riconoscenti per gli anni insieme. Ero giovane e davvero mi hanno sempre spinto allo stadio, erano sempre dietro di me, ho sempre sentito l’amore di questi tifosi, questa è la verità. Non ne ho mai sentito uno così grande, neanche al Manchester»