Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha emesso la sua decisione in merito all’appello presentato da Paul Pogba contro la sentenza del 28 febbraio 2024 del Tribunale Nazionale Antidoping dell’Agenzia Nazionale Antidoping italiana (NADO Italia), che lo aveva riconosciuto colpevole di violazione delle norme antidoping (ADRV) per l’assunzione di DHEA, una sostanza classificata dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) come "metabolita del testosterone non endogeno", imponendogli una squalifica di quattro anni a partire dall'11 settembre 2023, insieme a una multa di 5.000 euro.

La Corte del TAS ha parzialmente accolto l’appello di Pogba, confermando la violazione delle norme antidoping, ma riducendo la squalifica a 18 mesi, sempre a partire dall'11 settembre 2023, e annullando la multa. Al momento, è stata comunicata solo la decisione finale alle parti coinvolte, mentre il testo completo della sentenza arbitrale, comprensivo delle motivazioni alla base del verdetto, sarà reso disponibile in un secondo momento.


Le motivazioni del TAS


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Il TAS ha basato la sua decisione sulle prove e sulle argomentazioni legali presentate dalle parti. Nello specifico, il tribunale ha ritenuto che l’assunzione del DHEA da parte di Pogba non fosse intenzionale, ma frutto di un errore derivante dall’utilizzo di un integratore prescritto da un medico in Florida. Pogba aveva ricevuto rassicurazioni dal medico, il quale sosteneva di essere esperto e di conoscere le responsabilità del calciatore nei confronti delle normative antidoping previste dal Codice Mondiale Antidoping. Questo medico aveva inoltre affermato di aver trattato diversi atleti di alto livello, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale.

Nel suo appello, Pogba ha chiesto una riduzione della squalifica a 12 mesi, riconoscendo una parte di colpa, senza però cercare di ottenere una dichiarazione di totale assenza di responsabilità o negligenza da parte del TAS.

D’altra parte, NADO Italia ha sostenuto che la condotta del giocatore fosse grave e imprudente, giustificando così una squalifica di quattro anni. Tuttavia, gran parte delle prove fornite da Pogba non sono state contestate, e il TAS ha ritenuto che, pur non essendo totalmente privo di colpa, il calciatore avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione alle circostanze, essendo un professionista.


La decisione finale e le conseguenze


La decisione del TAS è definitiva e vincolante, con la sola eccezione di un possibile ricorso al Tribunale Federale Svizzero entro 30 giorni, ma solo per motivi limitati. La riduzione della squalifica a 18 mesi rappresenta un risultato significativo per Pogba, che potrà tornare in campo prima rispetto ai quattro anni inizialmente previsti.