POGBA CI RICASCA - Anche nel dicembre del 2016, infatti, il francese aveva ripetuto esattamente lo stesso concetto ai microfoni di Sky Sports: "Il Manchester United è nel mio cuore, è come casa mia. Quando me ne sono andato sapevo che prima o poi sarei tornato. È come se fossi andato in vacanza, e sono tornato. Veramente, non è cambiato nulla, sono sempre la stessa persona". In questi due anni, però, non si può certamente dire che il rapporto tra Pogba e lo United sia stato idilliaco. Le critiche della stampa e dei tifosi si sono fatte via via più aspre e, soprattutto, il dualismo con José Mourinho ha portato a una frattura tra le parti. Confermata, pur sottolineando i passi in avanti tra i due, dal procuratore del francese, Mino Raiola: "Ha ricucito i rapporti con Mourinho, ora è più sereno perché si sente importante a Manchester. Anche se Torino gli è rimasta nel cuore".
NESSUNA "VACANZA" - Difficile, di fronte a simili parole, definire il periodo alla Juventus come una "vacanza". Certamente le parole di Pogba sono forti e da tenere in considerazione per un suo possibile futuro di permanenza a Manchester. Lo sono anche state, però, quelle a ridosso della doppia sfida di Champions League contro la Juventus, in favore dei bianconeri. Dalla "Juve è una famiglia", a "Torino è casa mia", dal ringraziamento sentito ai tifosi dell'Allianz Stadium fino al clamoroso "torno alla Juve" che avrebbe sussurrato a un tifoso. I segnali verso un suo possibile ritorno in bianconero ci sono stati, insomma. Evidenziati anche dal rapporto molto stretto con il presidente Andrea Agnelli e con i suoi ex compagni di squadra alla Juventus.
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