Quello oramai tristemente noto come caso Pogba, la positività al doping riscontrata dopo Udinese-Juventus, si arricchisce di nuovi dettagli e a raccontarli oggi è Tuttosport. Prima di tutto, un atto dovuto e già ampiamente previsto: la Juventus ha inviato a Paul una lettera che lo informa della sospensione dello stipendio. Gli è garantito un minimo federale di 42.477 euro lordi, circa 2 mila euro netti al mese
 
PROSSIMI PASSI – Dopo le controanalisi, adesso tocca al team legale del francese. Pogba, con i suoi avvocati, dovrà decidere decidere entro venerdì se chiedere al procuratore antidoping Pierfilippo Laviani di essere interrogato o se mandare le memorie difensive. “Prima di altri provvedimenti la Juventus aspetterà che si concluda l’iter giudiziario, anche fino al Tas, e poi agirà per una rescissione del contratto. Non si può escludere che il club bianconero decida anche di fare causa al Polpo per danni tecnici: la Juventus ha investito tanto sul francese, che avrebbe dovuto essere la punta di diamante del centrocampo di Massimiliano Allegri e invece una sua leggerezza ha impedito alla squadra di poter usufruire delle sue prestazioni a mercato bloccato”.  
 
POGBA, CLAMOROSO: NON E' TESTOSTERONE. Adesso il francese spera nello sconto di pena: cosa succede
AUTOGOL – Per quel che riguarda la linea difensiva, tutto sembra andare nella direzione della contaminazione da integratore. “I consulenti legali del francese dovranno fare però attenzione affinché non si trasformi in un autogol: i metaboliti del Dhea sono molto volatili e risultano solo fino a qualche giorno dopo l’assunzione. Per essere positivo il 20 agosto, Pogba dovrebbe aver preso l’integratore soltanto qualche giorno prima, e questo significherebbe che lo avrebbe portato illegalmente in Italia, violando così il codice penale. Non solo, la teoria dell’integratore contaminato sembrerebbe incompatibile perché la quantità trovata è elevata”.