L'avvocato Mattia Grassani,  responsabile legale fra le altre dell'Adise, del Napoli e del Bologna, ha spiegato nell'intervista rilasciata a calciomercato.com cosa può succedere con Paul Pogba, la cui positività al testesterone è stata confermata dalle controanalisi: "La violazione delle norme sportive antidoping rappresenta una delle più gravi violazioni nelle quali uno sportivo professionista può incorrere, e dunque anche le misure sanzionatorie seguono tale approccio dell’ordinamento. In proposito, basta citare l'articolo 9.2 dell'Accordo Collettivo, secondo cui 'le Società e i Calciatori sono tenuti alla stretta osservanza delle disposizioni di legge, del CONI e della FIGC in materia di tutela della salute e di lotta al doping. Il Calciatore deve sottoporsi ai prelievi e controlli medici, anche periodici e/o preventivi, ivi compresi i prelievi e i controlli sangue-urina, predisposti dalla Società, dal CONI e dalla FIGC per l’implementazione dei controlli antidoping e per la migliore tutela della sua salute."

Juve-Pogba: sarà risoluzione del contratto se...
SOSPENSIONE - "Innanzitutto, la positività ad un controllo antidoping implica la sospensione dell’atleta dallo svolgimento di qualsiasi attività, allenamenti e gare.  Ciò significa che, di fatto, un calciatore professionista, positivo al test antidoping ma non ancora condannato dagli organi competenti, è sin da subito impossibilitato ad offrire la prestazione lavorativa.  A tale impossibilità di rendere la prestazione lavorativa consegue la facoltà, in capo alla società, di sospendere immediatamente il pagamento della retribuzione, prerogativa, quest'ultima, che l'Accordo Collettivo, all'art. 5.5, prevede in casi davvero limitati, a riprova della severità dell'approccio con la quale vengono trattate queste fattispecie".

La società può risolvere il contratto del calciatore?
"Sotto questo profilo, ferma la facoltà che ho appena descritto, è fondamentale attendere l'esito del procedimento disciplinare: l'articolo 11.4 dell'Accordo Collettivo prevede che 'in caso di squalifica per doping, la riduzione della Retribuzione, in alternativa all’azione di risoluzione del Contratto, può essere pari all’intera Retribuzione, fissa e variabile, dovuta per il periodo di durata della squalifica, con decorrenza dalla sospensione cautelare deliberata dagli organi di giustizia sportiva'.
Pertanto, l'Accordo Collettivo consente alla società, in alternativa, di agire per la risoluzione del contratto o di mantenere il vincolo lavorativo astenendosi dal pagamento della retribuzione per tutta la durata della squalifica".

Qual è la procedura?
"La società, a prescindere dalla sanzione che intende richiedere, deve proporre un ricorso al Collegio Arbitrale previsto dall'Accordo Collettivo, composto da tre arbitri, uno ciascuno nominato da club e calciatore, mentre il terzo viene individuato di comune accordo tra i due membri del panel indicati dalle parti o, in mancanza, dal Presidente del Tribunale competente. I tempi per giungere a una pronuncia, trattandosi di contenzioso solitamente di natura documentale, sono relativamente brevi, stimabili in circa 60-90 giorni.

E con il discorso del decreto crescita che deve essere di durata minimo biennale, come può comportarsi eventualmente la Juve?
"Da questo punto di vista dipende da come hanno regolato gli effetti del decreto crescita in caso di interruzione prematura del contratto. Esiste la possibilità che tutelerebbe il club in cui, dipendendo l’interruzione del contratto da fatto e colpa del calciatore, quest’ultimo non avrebbe diritto ad alcun rimborso. Questo però si potrà sapere soltanto leggendo il contratto".

La società potrà optare prima per l'azzeramento e poi eventualmente per la risoluzione?
"Innanzitutto la Juventus dovrebbe avere già sospeso lo stipendio. Poi se il giocatore verrà squalificato, potrà mantenere questa misura (e salvare il contratto) o procedere per la risoluzione".