Il protocollo non si tocca. Questo è emerso dall'ultimo intervento di Gabriele Gravina, presidente FIGC, che ha parlato ieri di "una puntuale applicazione da parte di tutti gli addetti ai lavori, che assume un valore ancora più significativo per il mutato contesto sociale rispetto a qualche mese fa". Le società, insomma, si sono comportate bene. Ed è giusto continuare così, ritenendo il caso Genoa una questione isolata e sfortunata. 

QUARANTENA FAST - Come ricorda La Gazzetta dello Sport, "il protocollo è cambiato soltanto in un punto: la frequenza dei tamponi, con un test a 48 ore dalla partita anziché ogni 4 giorni. E per la quarantena soft che cosa succede? Succede che i club, come da legge e da protocollo, si affidino alle Asl (come sta succedendo in questi giorni a Genova, dove visto il focolaio le misure sono state rigide). Che hanno l’autonomia per «liberare» dall’isolamento tutti i «negativi» senza aspettare la fine della quarantena, ma soltanto con un doppio tampone senza positività". Ricordate la situazione Higuain? O quella Rabiot? Al doppio negativo, la Juve ebbe l'occasione di riportarli in gruppo dopo i "ritardi" del loro rientro a Torino.