Un grande Napoli, per davvero, supportato da un “dodicesimo uomo” che alla faccia dei “tremendisti” della vigilia ha saputo coniugare passione e tifo autentici con correttezza a sportività. Una nuvola biancoazzurra che, l’altra sera, avrebbe inghiottito qualsiasi altro avversario del nostro campionato. La Juventus no. La squadra di Allegri, malgrado i cerotti e le condizioni approssimative di alcuni uomini chiave, ha retto a tutte le spallate dei giocatori di Sarri e addirittura ha raggelato il sangue nelle vene del pubblico del San Paolo con un’intramuscolo di Khedira che avrebbe potuto risultare fatale seppure ingiusta. Il finale, salomonico, si lascia alle spalle due dati incontrovertibili.

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Il Napoli, per gioco e per organizzazione, è la squadra che ancora più della Roma meriterebbe il ruolo di “damigella” per la “regina” bianconera e quindi la certezza di un posto in Champions per la prossima stagione. La Juventus, per solidità e per valore di sostanza, non ha veramente eguali in Italia e potrà vivere le restanti giornate stabilite dal calendario con la consapevolezza e con la serenità dei forti.

Alla vigilia Allegri disse che la gente avrebbe potuto ammirare “una squadra bella come il sole”. Una frase importante e impegnativa il cui significato comportava un’analisi ben precisa che andava oltre la formulazione letterale. Il sole, si sa, è la stella più splendete del nostro sistema oltreché fonte di vita. Inguardabile a occhio nudo, però, se non si vuole rischiare seri danni alla vista. Attraverso uno schermo brunito è possibile ammirarlo in tutta la sua maestosità e osservarne la “vita” nei particolari eruttivi ed esplosivi. Ebbene, grazie al filtro della ragione e anche a quello di un certo cinismo, la Juventus del San Paolo si è rivelata per quello che è. Un’autentica macchina da guerra che, quando le condizioni non consentono di caricare a testa bassa, sa come fare per contenere gli attacchi esterni non solo limitando i danni ma uscendo dalla battaglia senza ferite.

Il dato più interessante che consente di essere ottimisti fa capo non tanto al pareggio utilissimo dell’altra sera quanto alla trasposizione della prestazione bianconera nel futuro prossimo e vale a dire nello scenario di quella Champions ormai alle porte. Prima a Torino e poi a Barcellona. Soprattutto a Barcellona dove, nel Camp Nou, verosimilmente verranno stabilite e sorti di una manifestazione la cui finalissima verrà “anticipata” dallo scontro tra la squadra di Higuain e quella di Messi. Al netto del micidiale Bayern di Carletto Ancelotti. Ebbene, al San Paolo la Juventus ha fatto le “prove tecniche” per Barcellona. Sia sotto il profilo ambientale e sua sotto l’aspetto tecnico-agonistico. Il risultato, ça va san dire, è stato eccellente.

Il clima passionale e sonoro che i bianconeri hanno dovuto subire a Napoli verrà replicato in egual misura nello stadio della città catalana. Da Buffon sino a Cuadrado, ciascun giocatore di Allegri sembrava essere stato dotato di salvifici tappe per le orecchie. Neppure il “Pipita” sommerso dal frastuono provocato da migliaia di fischietti non appena toccava il pallone ha mai dato segni di cedimento nervoso. Segno inequivocabile di una strepitosa salute psichica e psicologica fondamentale per reggere l’urto della tempesta spagnola quando sarà il momento.

A questo vanno affiancati, sulla medesima posizione, il dato agonistico e quello tecnico che hanno caratterizzato la performance  dei bianconeri a Napoli. Forse non “bella come il sole” ma certamente “utile come il sole”, la formazione di Allegri ha fornito lezione di calcio intelligente e quanto mai produttivo forse non per lo spettacolo fine a se stesso ma per il raggiungimento dello scopo finale. Una difesa, in quanto a reparto, potente e padrona proprio perché sollecitata e messa alla prova da indiscussi e pericolosi talenti come Insigne, Mertens e compagni. Un centrocampo in grado di saper ragionare anche nelle situazioni più estreme. Un attacco di…finti attaccanti compreso lo stesso Higuain sorpreso e sorprendente spesso davanti a Buffon per contenere gli agguati napoletani. Se la Juve, ovvero “questa” Juve, riuscirà a mettere in cassaforte il minimo indispensabile nel primo round con il Barcellona, a Torino, non dovrà fare altro, in casa dei catalani, se non ripetere le “prove” che a Napoli sono andare benissimo. Poi non resterà che salire sul treno in partenza per Cardiff.

@matattachia