Quattro anni di Champions con Allegri: solo il Real meglio della Juve
di
Pietro Scognamiglio
Agli atti restano le coppe in bacheca, purtroppo zero. Rimane il malumore per le occasioni sfuggite, chissà quando ripetibili. Ma un'analisi depurata dal dispiacere di Madrid non può fare a meno di sottolineare come in quattro stagioni di gestione Allegri la Juventus abbia fatto più che bene in Champions League: due finali perse (Berlino e Cardiff) e due ko a testa alta agli ottavi (Bayern 2016) e quest'anno ai quarti, sfiorando l'impresa contro al Bernabeu.
Il brivido dell'eliminazione diretta non offre il quadro indiziario completo di un campionato con 30 e più giornate, manell'arco di un quadriennio la tendenza si può decifrare. Una sorta di indice di competitività, che abbiamo calcolato così: un punto per ogni turno superato, successivo alla fase a gironi. Cinque a chi solleva la coppa, quattro alla finalista, tre a chi esce di scena in semifinale, rispettivamente due e uno alle eliminate ai quarti e agli ottavi.
Il Real Madrid con i trionfi di Milano e Cardiff dominerebbe comunque il quadriennio (16 punti) pur se non dovesse arrivare a Kiev. Seguono a quota 11 la Juventus, il Barcellona (che per il terzo anno di fila si è fermato ai quarti) e proprio il Bayern Monaco: centrando la finale, i bavaresi potrebbero isolarsi al secondo posto della speciale graduatoria. Decisamente più indietro le immediate inseguitrici del quartetto: sette punti per il Manchester City, sei per Paris Saint Germain e Atletico Madrid. Nonostante le proprietà arabe e gli investimenti senza freni, il fronte Citizens di Manchester (una semifinale, nel 2016) e la capitale francese hanno vissuto negli ultimi anni meno notti di gloria di quante se ne ricordino a Torino. Sugli albi d'oro rimane solo chi vince, ma Allegri ha portato la Juventus tra le prime quattro forze della Champions League. Lo dicono i numeri.