Lucas è diventato all'improvviso Douglas Costa e tutto quello che avrebbe potuto fare; le sponde di Llorente si facevano i movimenti e i pressing fisici di Mandzukic. L'esplosività di Sanchez, poi, assomigliava un po' ai recuperi che avrebbe potuto fare Chiellini. Tutto questo chiaramente ridotto in scala, che di differenze tra Tottenham e Juve ci sono e sono lampanti. Eppure, sconfitta degli inglesi a parte, a guardare la semifinale di ieri qualche flash arrivava tranquillamente. E aumentava i rimpianti. 

AJAX FORTISSIMO, MA... - L'Ajax ha vinto con merito, dimostrando di saper stare sul pezzo e di essere coerente con se stesso. E non è facile, non lo è mai stato. Né a Madrid, né a Torino, nemmeno a Londra. Le trame di gioco sono state fonte incredibile di occasioni, e forse quel palo di Neres - che assomiglia parecchio a quello preso da Douglas Costa - griderà vendetta. Ecco, però i buchi lì dietro, quelli che andavano sfruttati dalla Juve, sono ritornati come una tassa sulla paura da pagare. Non sarebbe servita la luna, sarebbero servite verticalizzazioni veloci e baricentro altro. Sarebbe servito, poi, un po' di carattere. Perché per quanto belli, i ragazzi di Ten Hag si sono dimostrati pure un po' fragili. Ecco perché - guardando anche il Tottenham, potenziale semifinalista -, questa Champions aumenta i rimpianti. E i dubbi sul futuro, chiaramente legati ad Allegri.