Non è bello e forse neppure corretto, ma è così. I vecchi capocronisti dei quotidiani di un tempo come prima cosa insegnavano ai giovani praticanti che a “fare notizia” non era il cane che mordeva un umano ma esattamente il contrario. Una metafora professionale per far capire che il lettore doveva essere “catturato” da un fatto eccezionale e che la normalità non stimolava più di tanto.

La Juventus attuale che domina in campionato e che non perde un colpo in Champions appartiene alla cronaca “banale” del cane che morde un uomo. Ecco perché diventa sempre più complicato, andando avanti, trovare elementi di discussione in grado di provocar dibattiti e, magari, anche qualche polemica sulla squadra bianconera la quale davvero non potrebbe fare di meglio rispetto a ciò che già fa.

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Per certi versi sembra di essere tornati indietro di tante stagioni quando, per esempio, il Grande Torino di Valentino Mazzola non concedeva un minimo di spazio sul palcoscenico alle altre protagoniste. Oppure allorché, in Spagna, il Real Madrid di Di Stefano ne aveva per tutti e non ne lasciava per nessuno. Infine, per concederci un esempio pugilistico, ci piace rammentare quando sul ring saliva Mohammed Ali e la storia era già finita ancor prima che cominciasse. Insomma, per dirla con Califano, ora c’è la Juventus e il resto è noia.

Eppure esiste anche un secondo punto di osservazione dal quale guardare che cosa sta succedendo in Italia e in Europa dove lo strapotere bianconero si esemplifica con una vittoria dietro l’altra. C’è un temine preciso per definire una tale situazione che non si presentava al pubblico appassionato da anni. Si chiama sogno. Con una differenza sostanziale e ben precisa rispetto a ciò che si intende per stato onirico laddove, come Shakespeare faceva dire a Mercuzio nel suo “Romeo e Giulietta” che i sogni sono fili di ragno tessuti dalla dea Mab per consolare temporaneamente gli uomini dagli affanni della veglia.

La tela con la quale Massimiliano Allegri sta componendo il suo arazzo più bello e più importante di tutta la sua carriera non è fatto con gli impalpabili e fragili fili della ragnatela. Semmai con un materiale avveniristico e quasi alieno che non permette la fuga a coloro che cadono nella rete. In sostanza è il “Progetto Juventus” studiato a tavolino e nei minimi particolari come in un laboratorio della Nasa, il quale, dopo aver preso forma a cominciare da otto anni fa, ora si sta realizzando con pieno successo. Un poco come la sonda terrestre atterrata ieri sulla superficie di Marte il cui lavoro di indagine ci permette di immaginare e di sognare la presenza di vita passata o futura sul pianeta rosso.

Sicuramente questo tipo di dominio prima o poi si interromperà perché nella vita nulla e nessuno vi è di eterno o di immutabile. Altri arriveranno, con i dovuti tempi, a seguire e a battere le orme lasciate sul terreno della Storia dalla società bianconera. Ma, in ogni caso, saranno sempre secondi. Intanto, per favore, lasciateci sognare anche perché siamo ben svegli.