DARE IL MASSIMO - "In campo do sempre il 100%, ma è difficile mantenere lo stesso livello in tutte le partite. La prestazione contro l'Inter, o quelle più recenti, sono state di alto livello. Devo ripeterle ogni weekend ed è questa la cosa più difficile".
CRESCIUTO - "Quand'ero più giovane giocavo più avanti, come un 10. Ora mi piace partire più da lontano. Preferisco avere spazio davanti a me. Chi pensa che io sia un giocatore offensivo non ha la corretta percezione di me. Sono un numero 6 o 8, non un 10".
NESSUN GOL - "So che in Italia si fa molta attenzione a questa cosa, ma io non sono ossessionato, non è una vocazione. La cosa principale è giocare bene, dare il meglio di me, attaccare, difendere. Segnare è una cosa in più, non è una cosa primaria. L'importante è vincere".
IL RIMPIANTO - "Se avessimo battuto l'Inter sarebbe cambiato tutto. Mentalmente sarebbe cambiato il nostro approccio al campionato e quello delle altre squadre nei nostri confronti. Milan e Inter avrebbero avuto più pressione. Non è facile giocare avendo dietro di sé la pressione della Juve".
LA COPPA ITALIA - "È una partita che attendo in maniera particolare, perché la sfida di campionato mi ha deluso e innervosito. Idem la Supercoppa. Avremmo meritato di più in entrambe le partite. Abbiamo una rivincita da prenderci contro l'Inter".
L'AVVERSARIO PIU' FORTE - "Messi".
ORGOGLIO DELLA CARRIERA - "La prima partita con la Francia".
IDOLO - "Steven Gerrard. Era un giocatore emblematico, con qualità difensive e offensive e che segnava molto. Era elegante, aveva qualcosa di particolare".