PREMIO - "Fa piacere, vuol dire che le cose le facciamo al meglio. Un onore lavorare con questi giocatori. Niente male, eh? C'è da essere orgogliosi".
DE LIGT - "Farà il premier olandese? Confermo. Un giocatore non banale. E' onesto, anche quando si deve criticare. Un leader nato, prende decisioni per sé e per il gruppo. E' stato invitato alla Casa Reale, non fa discutere, mette d'accordo tutti su ciò che dice e fa. Può gestire un Paese. A Torino? Parla italiano meglio di me".
POGBA - "Avrà un grande futuro, non lo so. Leggo il futuro, non i futuri. In Inghilterra sono molto sensibili quando si parla di Pogba. Ho espresso un mio pensiero, un mio parere. Niente di eclatante, credo sia chiaro. Dovrei aver detto di parlare d'estate, i grandi giocatori difficilmente si muovono a gennaio. Ora vediamo in estate, viviamo un mondo molto cambiato".
GALLIANI - "Bellissimo messaggio, lo stimo molto. Anche quando si parla del Milan non è così gentile, diventa osso duro e non c'è amicizia. Abbiamo lottato però sempre lealmente, sento grande amicizia per Galliani. Uomo fantastico. Aneddoto? Mi ricordo anche qualche litigata, però va bene, quando si arrabbia s'arrabbia, anch'io lo stesso. Il nostro rapporto è nato a una premiazione di Zlatan, ero seduto di fianco a lui e mi accusò di non contattarlo mai. Gli risposi di avere contatti con Braida, non ero ancora a quei livelli. Da lì mi disse di andarlo a trovare, poi è nata l'amicizia. E' un bel rapporto. La nostra avventura a Barcellona era un'operazione davvero difficile, non era facile portare via Zlatan dopo quello che avevano speso. Ci siamo riusciti, sono contento".
PAOLO ROSSI - "Erano anni in cui l'Italia all'estero veniva criticata come paese. Il calcio italiano in Olanda era una bestemmia: catenaccio, 433, chiaramente ti parlo dell'Ottantadue. La mia prima paura? Che non vinceva l'Olanda. La seconda era che giocasse bene l'Italia. Ci ha dato la soddisfazione di sentirsi italiano, di poter gioire e vedere un Paese unito. Queste vittorie, anche nelle cose drammatiche, ti portano insieme, vicino. Mi ricordo una foto in copertina: c'era la mia famiglia che festeggiava questa Coppa del Mondo. Gioivamo con gli olandesi e ti dà forza per andare avanti e avere orgoglio nel tuo paese. Da emigrante sei sempre orgoglioso. Paolo rossi è stato un giocatore di assoluta classe, nei comportamenti e nelle vittorie. Dipende anche come le vivi, le vittorie: fece vedere che siamo un Paese con grande classe".