Uomini prima che calciatori. Una distinzione tenuta da sempre in grande considerazione a casa Juventus, in campo e prima ancora in sede di mercato. Una distinzione confermata da Aaron Ramsey durante un emozionante pomeriggio londinese: ieri il centrocampista ha incontrato per l’ultima volta i tifosi dell’Arsenal sul terreno di gioco dell’Emirates Stadium. Un saluto e una standing ovation, prima di cominciare la nuova avventura con la maglia bianconera.

LACRIME DA PRINCIPINO - “E’ stato un gran bel viaggio”: Ramsey trattiene a stento le lacrime durante l’intervista con Sky Sports. Gli occhi sono lucidi, la voce spezzata dalla commozione, a confermare che no, non si tratta soltanto di un gioco. E’ vita, o meglio 11 anni di vita trascorsi dando sempre il massimo per quei colori, anche e soprattutto nei periodi più complicati. Lo potrà confermare anche Claudio Marchisio, il cui toccante saluto prima di Juve-Roma in questa stagione ha ricordato quello di Ramsey. Con le dovute proporzioni, perché nel caso del Principino gli anni vissuti con quella maglia erano ben 25 e l’addio si è consumato in un modo assai più brusco e doloroso: un contratto risolto nell’ultimo giorno di mercato e un’apparizione allo Stadium rimandata fin troppo e fin troppo breve. Chissà allora che la Juve non abbia osservato con attenzione la celebrazione di Ramsey, premiato dal presidente dell’Arsenal in persona sul campo dell’Emirates, per capire cosa poteva e doveva essere il congedo di Marchisio. E poi, per avere una conferma: Aaron, da "Principino" dell'Arsenal è diventato un uomo vero. Pronto per la Juve. “Sono emozionato, è un nuovo capitolo della mia vita”: parola di Ramsey. No, non è solo un gioco.