Chissà se è stata una provocazione. O se Allegri ci crede davvero. Fatto sta che Aaron Ramsey, 45 minuti di compitino e poco altro contro il Monza, si è ritrovato con tutte le luci della ribalta, su un palcoscenico che probabilmente neanche avrebbe voluto così come quel ruolo. Il nuovo tecnico, che l'ha visto e analizzato in una settimana scarsa di allenamenti, ha deciso che per lui può esserci nuova vita da regista. Vertice basso proprio, numero quattro. A giudicare dall'attitudine del gallese, sembrava un esperimento estivo, destinato a sciogliersi come un gelato - o un acquisto - tenuto troppo in sospeso e mai consumato. Analizzando le parole nel post partita di Allegri, sembra una soluzione addirittura lunga una stagione. 

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PUO' FARLO? - Dove sta allora la verità? Come sempre, specialmente se non ci sono appigli, tanto vale trovarla nel mezzo: sarà pur vero che Allegri vede in Ramsey un potenziale "dettatore" di tempi, ma è altrettanto concreto il desiderio di ricevere due registi, due organizzatori, due mediani dai piedi buoni come Locatelli e Pjanic. Ramsey non è un guizzo di metà estate: assomiglia più a un grido disperato, a una mossa alla "Padoin regista" fatta anche per denunciare una mancanza gravissima ad appena venti giorni dall'inizio della stagione. Avrebbe voluto qualche rinforzo prima, avrebbe voluto alzare la voce e invece ha abbassato Ramsey. Che l'ha presa un po' così, probabilmente anche da sprone per cercare quanto prima una nuova soluzione, un'altra direzione. In ogni caso, sarà "un'allegrata".