È un momento in cui tutto il mondo è chiamato a fare dei sacrifici. Ognuno nel proprio piccolo, cercando di limitare il più possibile la circolazione del Covid-19, che da più di un anno a questa parte affligge il globo intero. L’Italia è soggetta a normative ben precise che tutti cercando di rispettare, annullando o quasi contatti personali, con amici, genitori, parenti. C’è chi, talvolta, viola le regole. Sorprende, anzi, lascia allibiti se a farlo sono professionisti del calibro di Dybala, Arthur e McKennie, sorpresi in una cena (così ha precisato l’argentino) a casa dello statunitense. Presente circa una decina di persone.

REAZIONE? - Al di là della gravità della notizia presa come trasgressione delle regole, è una sconfitta. Per i tifosi, che non hanno ancora digerito le recenti e cocenti delusioni sportive, e che mai si sarebbero aspettati di leggere su tutti i giornali fatti di questo tipo. Poi per la Juventus, che vede la sua immagine colpita e che forse doveva prendere una posizione anzitempo, quando i precedenti suonavano come allarme (Ronaldo e compagni in fuga dalla bolla, Arthur in viaggio a Dubai dopo la sconfitta contro il Benevento). In ogni caso, il pugno duro è arrivato: multa, niente derby e chissà dopo. Il processo può continuare, l’evento rimane inammissibile e le circostanze sportive sono un aggravante, ma poi va analizzata la reazione dei diretti interessati.
DYBALA, ARTHUR E MCKENNIE - Chi si è sentito apparentemente pentito è stato Dybala. Prima la precisazione – una cena, non una festa – poi le scuse. Doverose dall'alto del suo ruolo di personaggio pubblico, idolo di bambini che sognano di diventare calciatori. La Joya ha capito di essere caduto, l’unico modo per rialzarsi è partire dalle scuse, poi dovrà dimostrare sul campo di aver lasciato alle spalle un’annata falcidiata dagli infortuni. Chi invece ha mostrato una totale indifferenza è stato Arthur, che quasi contemporaneamente ha annunciato su Instagram una nuova partnership commerciale. Forse meglio il non-messaggio di McKennie, padrone della casa del misfatto, il tipico, rumoroso, silenzio di chi è consapevole di averla fatta grossa.