Giovedì quelle “nuvole” si erano idealmente posizionate nel cielo sopra Firenze e avevano assorbito un’onda di vibrazioni, in arrivo dalla basilica di Santa Croce, talmente potente da stupire persino gli angeli che le cavalcavano. Un ciclone di amore autentico che, mischiandosi con la pulsione di un dolore altrettanto sincero, spazzava via l’immagine della solita umanità litigiosa e faziosa.
Senza indulgere minimamente alla retorica delle frasi fatte e degli atteggiamenti sottilmente ipocriti l’intero mondo del calcio, giovedì, era stato rappresentato dalle delegazioni di protagonisti celebri ma anche minimalisti e soprattutto dai tifosi non solo viola perché il dolore e il rispetto avevano saggiamente deciso di compattarsi sotto un’unica bandiera con tutti i colori dell’arcobaleno. Questo avevano raccolto le “nuvole” prima di andarsene per trasformare dentro il loro ventre quelle emozioni in pioggia. Ora stanno tornando e si posizioneranno, idealmente, nella parte di cielo sopra gli stadi del nostro week end calcistico. Ciascuno di noi, non solo la gente del “Franchi” a Firenze, dovrà provare il bisogno e il dovere di alzare il capo e di osservare il cielo. Potremo, tutti insieme, vedere far capolino non soltanto il volto dell’ultimo sfortunato eroe Davide Astori ma anche quelli di tutti che l’hanno preceduto verso la destinazione paradiso e che, durante il loro percorso terreno, sono stati da esempio e si sono battuti per quel calcio da loro tanto amato e anche tanto diverso da quello che con troppa disinvoltura spesso mortifichiamo.
@matattachia