"Da tre mesi e mezzo è un malinconico ed esausto rotolare verso la fine della stagione, che la squadra dà l’idea di attendere come una liberazione. Qui non ne può più nessuno, i nervi sono a fior di pelle e la disgregazione dell’unità interna sembra evidente", l'analisi di Repubblica sulla situazione che sta vivendo da tempo la Juventus. 

Da sottolineare come le due partite  forse più importanti di questi mesi, ovvero la prima semifinale di Coppa Italia con la Lazio e la trasferta di campionato contro la Roma, la Juve non le ha fallite,  confermando che la pasta della rosa è buona e che è stato l’andamento della stagione a svilirla, come è stato svilito il valore individuale di molti giocatori. Questa è una squadra che annaspa inciampando nelle sue stesse paure e che non ha nemmeno avuto la forza, o almeno la lucidità, per battere la Salernitana, largamente la più debole della Serie A.

Su Juventus-Salernitana scendono i titoli di coda dell'Allegri-bis: una squadra senza idee che non sa più nemmeno difendere
In tutto ciò, in un clima non certo sereno come dimostrato dai fischi dei tifosi, non solo dopo l'intervallo ma anche subito dopo il gol di Pierozzi, Massimiliano Allegri non ha fatto una piega. E' ormai troppo tardi per mettersi a rimproverare i suoi: meglio, si legge, tenerli tranquilli fino a mercoledì, nella speranza che l’odore del successo risvegli i sensi di una squadra totalmente annebbiata. E nella sfida all'Allianz Stadium, c'è stato un continuo stravolgimento di moduli e posizioni che rappresenta il gioco della Juve, ovvero basato unicamente sul caos.