DA DOVE VIENE 'HANS' -“Piaceva a papà, che è di origini cimbre e appassionato di cultura germanica. Mamma è invece ligure e fa l’attrice, mentre mia sorella Mila vive in Olanda dove fa la ballerina di danza classica. Papà è guardiaparco e sono cresciuto in un borgo minuscolo della Valsavarenche, Dégioz, tra i 1600 e i 1800 metri: il mio imprinting sono i boschi della montagna, da bambino facevo le gare di sci ed ero anche bravino, ma poi ho scelto il calcio. Adesso sciare non posso più, ma ogni estate torno a passeggiare sulle mie montagne, a respirare un’altra aria”.
LETTERATURA E CINEMA - "I miei mi hanno insegnato il valore della cultura, prima che me ne appassionassi per conto mio. Letteratura e cinema arricchiscono il tempo che non passi in campo e magari una poesia può darti un appiglio nei momenti difficili”.
UN CALCIATORE CHE ASCOLTA GUCCINI... - "Ma no, anche ad altri piacciono i cantautori. Guccini lo ascoltavo da piccolino in macchina con papà quando andavamo a sciare e me ne sono innamorato. Purtroppo non l’ho mai visto dal vivo, ma solo su Youtube: Cyrano, Quello che non, Farewell, Incontro, La locomotiva sono le mie preferite. Anche di lui mi piace che le cose che diceva a suo tempo sono valide oggi e lo saranno tra cent’anni”.
STIPENDIO PIU' BASSO DEI COMPAGNI - “Col tempo ognuno avrà quello che si merita”.
L'INFLUENZA SUI COMPAGNI - “Ho fatto ascoltare Don Chisciotte di Guccini a Kean, ma non l’ho convinto. Con altri ancora non ci ho provato, ma penso di riuscirci. In Cambiaso, per esempio, ho trovato una persona con cui sto bene in campo e fuori, è serio e anche lui ha dei valori uguali ai miei. Penso che lo trascinerò al cinema e riuscirò a fargli piacere Guccini”.
IL LAVORO DELLA JUVE SUI GIOVANI - "Comprendo che qualcuno è fatto e cresciuto in modo diverso, che diversi sono i valori etici e morali. Ma nel settore giovanile la Juve fa un lavoro esemplare a livello umano e quando arrivi in prima squadra hai un background diverso”.
IL GRAVE INFORTUNIO - "Mi ruppi legamenti e menisco, poi la sutura meniscale saltò e mi operarono la seconda volta. Il ginocchio però continuava a darmi fastidio e si è scoperto che mi era rimasta una barretta di ancoraggio nel ginocchio, così ho dovuto fare una terza artroscopia. In tutto ho perso un anno e mezzo ma non mi sono mai demoralizzato e a livello fisico sono tornato come prima, anche più consapevole delle mie qualità. È stato un modo diverso di maturare”.
DA CHI HA IMPARATO - "Come allenatore da Ciccio Grabbi, è stato un secondo papà per me e Kean, un maestro di calcio e di vita. Come giocatore, a Perugia ero con Vicario e già si vedeva che aveva un livello di disciplina e una cura dei particolari che sapevo che l’avrebbe portato ad altissimi livelli. Poi naturalmente c’è Chiellini, un mentore, un esempio”.