Comincia la stagione dei ricorsi in tribunale, comincia il momento delle vie legali. Anche la Serie A è coinvolta in prima fila nella lotta alla SuperLega, perché i tre club storici (Juve, Inter e Milan) ne sono soci fondatori. E allora le prime reazioni sono arrivate, sono durissime e hanno come filone ricorrente la messa al bando dei club scissionisti sono durissimi. 

"In Italia - si legge su Repubblica - il consiglio di Lega di Serie A convocato d’urgenza è stato una partita di poker. A dare le carte, il presidente Paolo Dal Pino e l’amministratore delegato Luigi De Siervo, che hanno messo sul piatto per l’approvazione proprio questo documento congiunto con l’Uefa. A dichiarare il bluff, dopo mesi di faccia impassibile al tavolo, è stato Paolo Scaroni, presidente del Milan, che ha manifestato la propria contrarietà in quanto «parte in causa». Lasciando capire che il Milan, come Juve e Inter, era nel gruppo dei ribelli. Non ha votato l’ad nerazzurro Giuseppe Marotta: essendo in Consiglio federale, in quello di Lega non può esprimere preferenze. Favorevoli all’allontanamento da ogni competizione dei club vip della Superlega sono stati i rappresentanti di Atalanta e Verona (che solo pochi giorni fa chiedevano la testa di Dal Pino al fianco di Juve e Inter) e il Cagliari. Almeno questa mano l’hanno vinta, ma la partita si annuncia lunga". I club della Superlega non vogliono mollare il campionato e si preparano alle battaglie, legali soprattutto. La Juve resta in Serie A e, fino alla Superlega, vorrà giocare anche le Coppe ufficiali.


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