CALCIO FISICO, INSIGNE E MANDZUKIC - "Non ci sono regole per strada: giochi, ti fanno fallo, ti rialzi. Magari sono i giocatori normali che non possono giocare per strada, perché la palla non rimbalza regolarmente, o perché l’asfalto non è morbido come l’erba… Chi mi ha messo più in difficoltà? Insigne. E'un giocatore molto intelligente. Conosce la mia fisicità e sa che non ha nessuna speranza se si allunga la palla. Per questo ha giocato quasi sempre a un tocco contro di me: non riuscivo a prenderlo. Toccava il pallone solo una volta e poi se ne andava dalla mia zona. Non riuscivo a prenderlo. Il fatto è che lui ha un baricentro basso e quindi è più stabile di me. Io sono molto atletico e veloce, ma se lui si sposta lateralmente, I’m dead. Lui non è il mio specchio, capisci cosa intendo? Come Messi? Lui è di un altro pianeta. Preferisco giocatori alla Mandzukic, che è della mia altezza. Lui, ogni volta che riceveva il pallone provava a giocare di prima verso il centro. L’aveva già fatto un paio di volte e a quel punto ero sicuro che l’avrebbe fatto ancora, perché non è quel tipo di giocatore a cui piace dribblare".
SPALLETTI - "Mi sta insegnando molto in difesa. Penso si veda: da quando è arrivato sono migliorato molto, secondo me. Soprattutto riguardo al lavoro tattico, Spalletti gli ha aperto le porte di un mondo che prima non conosceva. In Italia si lavora sicuramente più sulla tattica rispetto alla Germania, soprattutto da quando è arrivato Spalletti: è stato davvero… wow!
JUVENTUS - "È un dato di fatto che in Italia si pensa più alla tattica. Guarda la Juventus: hanno vinto il campionato per sei anni, ma la differenza è come giocano. Non pressano come degli stupidi, usano la testa; pressano a seconda della situazione, a volte aspettano. Sono anni di duro lavoro: ognuno sa dove deve andare, e penso che non si parlino nemmeno così tanto tra loro. Chiellini, Barzagli, Bonucci e Buffon giocano da tanti anni insieme, in Nazionale e nel club, e quindi sanno perfettamente cosa sta facendo ognuno. Non credo che in Germania ci sia una squadra che difende come la Juventus. La Bundesliga è più fisica, è più di corsa. Le squadre vanno avanti e indietro. Se puoi correre per 90 minuti allora va bene".
RAZZISMO - "Non dico che gli italiani siano razzisti. Non mi sembra, però, che la Federazione italiana stia facendo qualcosa per fermare il razzismo. E questo è un problema. Perché in Germania se accadesse una cosa simile si prenderebbero dei provvedimenti. Ma qui non succede niente. È facile dire “No al razzismo”, fare striscioni allo stadio contro il razzismo, ma ad un certo punto devi mettere un limite. Muntari? È la sua reazione: lo posso capire perché so come ci si sente. Le persone la fanno troppo facile, dicono: Perché ha lasciato il campo? È facile finché non capita a te, è facile dire: Non devi reagire alle provocazioni. Se ti taglio il braccio esce fuori il sangue, e lo stesso succede se taglio il mio. È lo stesso".