Forse è normale che un fuoriclasse condizioni il mercato di una grande squadra. O forse no, soprattutto quando corre verso i 35 anni. Di sicuro Ronaldo è stato un’ombra inquietante sull’estate della Juve: un convitato di pietra, assente ma pesante in tutte le decisioni; un protagonista muto eppure capace di dire mille cose e pretenderne altrettante; una figura ingombrante quando si è trattato di scegliere chi confermare, chi vendere, chi (non) acquistare.

Sarri ha cominciato la sua avventura alla Juve pensando di mettere Ronaldo non al centro del progetto, perché già c’era, ma al centro dell’area, o comunque vicino alla porta, affinché segnasse più dell’anno scorso (ha fatto 28 gol nella stagione, al Real in media ne realizzava quasi il doppio). Gliel’ha detto, anzi è corso a comunicarglielo dov’era in vacanza, e ha avuto il consenso del campione. Il quale, cammin facendo, ha probabilmente cambiato idea, tant’è vero che già nelle prime amichevoli che ha giocato è stato schierato sulla fascia. Una decisione che ovviamente Sarri ha condiviso (eufemismo) con lui.

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Il mercato, poi. La Juve ha provato a vendere tutti i centravanti che ha, veri o falsi che siano: Higuain, Mandzukic, Dybala. C’è chi ha fatto notare che Gonzalo era già stato fatto fuori dal Real ai tempi di Ronaldo: chi era stato a preferirgli Benzema, Florentino Perez oppure Cristiano? Fatto sta che nessuno è partito, per ora, e quindi Icardi non è arrivato. Già, ma Maurito gli sarebbe andato bene come partner?

Lui, Ronaldo, rimane sul trono. Costa 60 milioni lordi ogni anno, e non sono pochi. Dice che alla Juve sta benissimo ma tra un anno, chissà, potrebbe anche smettere, dipende da come gli gira. E allora ha davvero senso che una grande società sia condizionata da un giocatore di 35 anni, per quanto fuoriclasse? Il dubbio rimane.

@steagresti