La notizia che annunciava il forfait forzato di Chiellini, contro l’Ajax, aveva provocato un discreto stato di ansia tra i tifosi della Juventus i quali si chiedevano con una certa preoccupazione: “E adesso che succederà senza il nostro capitan coraggio?”. La risposta è arrivata, senza troppo farsi attendere, in maniera netta e autorevole. A fornirla, non con le parole ma con i fatti, è stato il lucchese Daniele Rugani.

Una prestazione, la sua, di grande spessore tecnico e fisico. Novanta minuti giocati senza sbavature e con il piglio del veterano avvezzo a mille battaglie. Secondo soltanto a Ronaldo, per peso specifico e per importanza strategica, in una partita per nulla semplice da interpretare e da condurre in porto senza danni eccessivi. Infine uno squarcio di luce anche sul futuro prossimo del reparto difensivo bianconero che, prima o poi, sarà costretto a fare i conti con i dati anagrafici dei suoi principali protagonisti. Chiellini compreso.

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Dietro la performance di Daniele Rugani esiste il lavoro, paziente e pignolo, di Massimiliano Allegri il quale ieri sera ha firmato, come fa il pittore con il suo dipinto, il suo ultimo capolavoro in ordine di tempo. Quando, tre anni fa, il difensore arrivò dall’Empoli il popolo bianconero si attendeva che venisse subito buttato nella mischia con piena titolarità di ruolo. Una convinzione che venne ancor più resa attuale dalla successiva, ma temporanea, partenza di Bonucci verso il Milan. Insomma la gente si aspettava che Rugani ripetesse il percorso già a suo tempo battuto da Birindelli, anche lui arrivato in bianconero dalla squadra toscana. Lo stesso Rugani scalpitava e non poco.

Allegri la pensava in maniera differente e, seguendo la sua filosofia ormai ben nota a tutti del kissingeriano “un passo alla volta”, che riguarda anche Kean, non ha mai mollato le briglie che trattenevano il morso del giovane puledro. Quello che, specialmente ieri sera, ha dimostrato di essere un cavallo di razza. In questa prudenza mostrata dal tecnico livornese qualcuno aveva voluto leggere una malcelata incomprensione tra i due soggetti interessati. Anche perché lo stesso Rugani quando veniva chiamato in causa non sempre dava l’impressione di essere il giocatore che avrebbe dovuto rappresentare il futuro per la difesa della Juventus. Probabilmente pure lui soffriva più del lecito quel “dentro e fuori” oppure molto più semplicemente si era illuso che tutto potesse essere meno complicato.

Il problema non era quello e soprattutto tra Allegri e Rugani il rapporto non era incrinato. Si trattava solamente di attendere e di lavorare insieme per arrivare alla giusta maturazione del “frutto” per poi staccarlo dalla pianta e presentarlo al mondo. Il tempo, come era prevedibile, è finalmente arrivato. In maniera addirittura sorprendente allorché, alla conferenza stampa della vigilia, Allegri ha portato con sé lo stesso Rugani offrendogli un ruolo anche di immagine che lo avrebbe caricato ancora maggiormente di responsabilità e di orgoglio. L’ennesima vittoria di un allenatore, Allegri appunto, che sempre più si rivela essere maestro di calcio oltreché uomo di assoluta coerenza e onestà intellettuale. La morale è quella che il gioiellino dell’Ajax de Ligt puntato dalla Juventus potrà anche andarsene al Barcellona o al Real Madrid, per settanta milioni di euro, senza eccessivi rincrescimenti.