Le parole di Karl-Heinz Rummenigge al Corriere dello Sport:
 
ALL’INTER - «Una parte significativa, forse la più divertente. La mia Inter sono i tifosi, quella gente, il loro affetto. Ricordo una partita dell’84, il 4 a 0 alla Juve. Il mio primo gol in campionato. Fallo laterale, il pubblico si trova a cinque metri dalla linea e sento urlare “Kalle!, Kalle!”. Da pelle d’oca, una sensazione che non avevo mai provato... Negli anni 80 la serie A era il top mondiale. In Germania abbiamo a lungo pensato che i vostri presidenti, tutti italiani, si fossero messi d’accordo per organizzare il miglior campionato al mondo: massimo due stranieri per squadra e anche per i club medio piccoli la possibilità di acquistare i campioni. Il Paese, all’epoca, stava bene».
 
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PREMIER - «Oggi l’unico campionato vivo è la Premier, l’Inghilterra spende cifre astronomiche e in modo poco intelligente, irrazionale, gli altri Paesi vanno avanti tra sofferenze finanziarie e scandali, ma riescono ugualmente a portare a casa i trofei. Questo vuol dire che gli inglesi commettono errori pazzeschi, il loro è un mercato fuori controllo. Il Chelsea a gennaio ha buttato centinaia di milioni per ritrovarsi al decimo posto e con quasi la metà dei punti di chi è in testa: è una cosa assurda. La globalizzazione del mercato ha creato degli scompensi penosi, un tempo esisteva il mercato nazionale, i soldi circolavano all’interno del sistema, le ricchezze venivano distribuite meglio». 
 
SUPERLEGA - «Totalmente. Non a caso l’idea è venuta a tre club con enormi problemi di liquidità. Puntavano a ottenere ricavi importanti in tempi rapidi. Ora la proposta della Superlega è passata da 20 a 80 squadre, ma il calcio non reggerebbe uno stravolgimento così radicale. Quello che invece bisogna cambiare, e in fretta, è il Fair Play Finanziario, dovrà essere più rigido. I club sono costantemente sotto la pressione dei tifosi e dei media che impongono di spendere e spendere. Ma il calcio è l’unica industria che produce solo perdite… (fa una pausa) Leggendo cosa aveva combinato la Juve non ci potevo credere, mai sentita una cosa simile in vita mia. La Juve è una società importantissima, di riferimento per il calcio italiano e europeo, si è fatta un clamoroso autogol, sono comunque sicuro che sarà in grado di ricostruirsi. Nei tempi giusti». 
 
BARCELLONA - «Mi credi se ti dico che ho riso leggendo questa notizia. La cosa però non mi stupisce: ogni volta che giocavamo in Spagna avvertivo una strana sensazione». 
 
CAMPIONATO ITALIANO - «Fino a quando gli stadi saranno di proprietà dei comuni le cose non potranno cambiare. In Germania eravamo messi come voi, il Mondiale 2006 ci permise di superare questo ostacolo e abbiamo costruito impianti bellissimi per le famiglie. L’organizzazione degli Europei 2032 potrebbe servire all’Italia per seguire il nostro esempio, io spero che vi vengano assegnati».