Arrigo Sacchi a gamba tesa. Alla Gazzetta ha dichiarato: «La visione elitaria è un concetto diametralmente opposto a quello dello sport, che è inclusivo e non esclusivo. È evidente quindi che la Superlega vada contro lo sport e contro il calcio. Può diventare un circo. La Superlega non mi piace perché il calcio è così bello per la sua universalità. Dobbiamo avere la lucidità di analizzare in profondità la situazione per capire come siamo arrivati a questo. Il calcio è popolare perché tutti lo possono praticare, anche con spese minime rispetto ad altri sport. Il calcio fa parte della razza umana: possono giocare alti e bassi; ragazzi dal fisico imponente e mingherlini. Difficile trovare un altro sport così universale. Però il calcio ha tre grandi avversari: il divismo, il business e i bilanci in rosso. Sono tre elementi che trasformano tutto. Le istituzioni sono state poco severe verso i bilanci in rosso. Chi governa il calcio deve accorgersi che, pur di aumentare i profitti a discapito dello spettacolo, è cresciuto esponenzialmente il numero delle partite ed è diminuito drasticamente il tempo dedicato agli allenamenti».

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COMPROMESSO - «Spero proprio di no. Le soluzioni a metà strada sono inutili. Servono poche idee, ma chiare. E vorrei che le istituzioni internazionali, le federazioni e le leghe ricominciassero a parlare davvero di calcio. Del bene del calcio. Quando l’obiettivo è il potere, si va avanti a compromessi. E chi ha più conoscenze fa paura».

SPORT - «È proprio questo il punto, che va ben oltre il business e perfino le vittorie. Gli eroi sono coloro che fanno tutto quello che possono. Ma non bisogna togliere a nessuno il diritto di partecipare e di competere».

I 12 - «Solo la crescita economica. La bramosia di vincere e di veder aumentare le entrate ha portato alla negazione di qualsiasi valore: bellezza, emozioni, merito, divertimento, innovazione».