Cecilia Salvai, difensore della Juventus Women, parla al canale tematico del club dopo il suo rientro in campo. L'intervista si svolge proprio all'Allianz Stadium dove si fece male al ginocchio con la Fiorentina: "Essere qui oggi è un'emozione bella e un pò strana. Otto mesi fa qui è stata per noi e la mia squadra la partita più bella ed emozionante, che nessuno si aspettava. La prima cosa che ho pensato è che mi dessero qualcosa perché mi faceva troppo male il ginocchio. La prima cosa, davvero, speravo che qualcuno mi aiutasse. Le prime persone a cui ho pensato sono state quelle della mia famiglia perché erano tutti qua. Li volevo avvisare e stare tranquilli. Dirgli che non era successo nulla anche se non era vero".

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PARTITA - "Ero ancora in trance, al gol nostro ho sentito un boato, è arrivato il prof correndo e urlando come un pazzo e sono scoppiata a piangere, per gioia e dolore, tutto insieme. Poi, nei giorni dopo ho realizzato cosa era successo".

RIABILITAZIONE - "Quando succedono queste cose, un giorno vai a bomba e il giorno dopo di sicuro c'è qualcosa che non va. I giorni peggiori sono stati quelli in cui facevo fatica a fare le cose in palestra. Ti buttano un pò giù ma poi arriva il giorno dopo e le cose vanno meglio. Un giorno peggiore non credo ci sia stato".

BONANSEA - "Ha avuto una presenza particolare. Mi ricordo quando mi ha preso in braccio e abbiamo passato insieme parte della riabilitazione perché anche lei purtroppo è stata fuori qualche mese. Da un lato mi dispiaceva ma ero felice che ci fosse qualcuno a tenermi compagnia. Pensare di passare mesi da sola a Vinovo non era bellissimo. E' stata una compagna di lavoro, poi lei è un'atleta. Ci spronavamo a vicenda e lei mi ha aiutato tanto. Anche quando siamo rientrate, prima lei e poi io, sentivamo qualcosa di particolare".

RITORNO IN CAMPO - "Quella settimana ero felice, mi sarei allenata anche tre volte al giorno, pur di far arrivare sabato. Poi è stata particolare perché quando non vivi per tanti mesi qualcosa che prima era la quotidianità fa strano riviverla. Un po' di emozione e agitazione c'era. Ma il ritmo partita si riprende solo giocando".

GOL - "Quello contro il Chievo è stata una liberazione. Il mio mancino è un po' quel che è...E' uscito un tiro un pò così ma è stato bello. Ero incredula perché non credevo entrasse, poi mi sono arrivate tutte addosso, sono corsa in panchina perché tutte mi stavano aspettando, è stata una grande emozione".

NATALE - "Ricordo la prima festa di Natale alla Juve. Eravamo felicissime e curiosissime. Come le cene di Natale anche i nostri incontri con il settore giovanile sono cose di particolare. Da bimbi e bimbe di sette anni a ragazzi e ragazze della Primavera, qualcuna si allena con noi, quindi è stato strano fare l'autografo anche a loro".

ANNO NUOVO - "Mi aspetto tanto da questo 2020, di riprendermi quello che ho perso negli ultimi 6-7 mesi, nel 2019".