Maurizio Sarri, tra passato e presente. Il tecnico del Chelsea, ex Napoli, ha parlato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "I risultati e anche la qualità del nostro calcio segnano l’indice positivo. Diciotto partite senza sconfitte, in una realtà competitiva come questa, dimostrano che abbiamo intrapreso la strada giusta. Sono ancora più contento perché si gioca tantissimo e la possibilità di incidere in profondità è più complessa. Il ritmo è serratissimo. È ovvio che in queste situazioni le partite sottraggono lavoro sul campo. Non posso però dire che non lo sapessi, ero consapevole di questo carico di impegni e sto cercando una mediazione tra allenamenti e gare".

"Cosa mi ha conquistato? L’aspetto che ti conquista immediatamente è un calcio di alto livello, all’interno di una cornice fantastica. C’è una passione infinita e per quello che ho visto finora, espressa nei toni giusti. L’aspetto da correggere è la questione tempo. Gli spazi ristretti per gli allenamenti non aiutano gli allenatori e credo anche i giocatori. Non bisogna pensare solo alla componente fisica, ma anche a quella mentale".

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MORATA - "Alvaro è un ragazzo di qualità, veloce e tecnico. Possiede una grande sensibilità e le difficoltà lo avevano ferito".

VICINANZE - "Klopp è quello che sento più vicino da un punto di vista filosofico. Lo scambio di battute tra noi due mi pare esemplare. Mourinho è un uomo di qualità umane straordinarie. Mi ha fatto un’ottima impressione il giorno della partita dello Stamford quando si verificò l’episodio che coinvolse uno dei miei assistenti. Sul piano professionale, c’è poco da dire: ha vinto tutto e dappertutto. Emery è uno studioso e un professionista eccellente. L’organizzazione offensiva del suo calcio è di altissimo livello".

TURNOVER E NAPOLI - "Le polemiche a Napoli? Spesso nell’analisi del calcio si spacciano per vere statistiche fasulle. Cito un esempio: tra l’undicesimo giocatore utilizzato nel Chelsea, Kovacic, e il dodicesimo, Barkley, ci sono appena cento minuti di differenza. Abbiamo trovato la nostra dimensione e va bene così. Eredità a Napoli? Penso che quella più visibile sia numerica: presi un Napoli che aveva chiuso il campionato con 64 punti e ho lasciato una squadra che ha raggiunto quota 91. Più di questo non si poteva fare. L’altra eredità è personale: il rapporto con la città e la sua gente. Non mi staccherò mai dal Napoli. Hanno paragonato il mio Napoli a quello di Vinicio, una delle prime squadre in Italia, negli anni Settanta, a viaggiare nel futuro. Mi onora quest’accostamento".

DE LAURENTIIS - "Non ho nulla da dire. Posso solo ringraziarlo. Mi ha dato la più grande soddisfazione personale della mia vita affidandomi il Napoli, la squadra del mio cuore e delle origini. E’ stata una magnifica avventura che non può essere cancellata da un congedo un po’ così".

JUVE - "Questa Juventus ha una priorità: la Champions. Alla fine, potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio per la concorrenza".

ANCELOTTI - "La campagna fermiamo il calcio? Penso di essere stato il primo allenatore a contattare l’arbitro per chiedergli di intervenire di fronte ad uno stadio che offendeva i napoletani. Concordo al cento per cento".