A Sarri la Juve stava bene così; d’altra parte, anche nelle sue precedenti esperienze, aveva mostrato come richiedere o cambiare giocatori non lo ritenesse essenziale: lasciava fare alla società. Poi ci avrebbe pensato lui a plasmare la squadra. E, allora, quale significato può avere la frase che avrebbe detto al momento della rottura? “Questa squadra (la Juve) è inallenabile”. Probabilmente che i calciatori non lo seguivano oppure non erano capaci di farlo. Se fosse vera la seconda ipotesi, Sarri o si sbagliava quando non si esprimeva sul mercato o presumeva troppo da se stesso, non essendo quel demiurgo che pensava. E’ più probabile che i calciatori non lo abbiano seguito fino in fondo perché tra l’allenatore e lo spogliatoio devono esserci stati seri problemi di comunicazione.
Una certa riservatezza dell’allenatore toscano, a metà tra la timidezza e la scontrosità, era già nota. E non solo per certe sue dichiarazioni post partita. Nelle trasferte, via treno, del Napoli, non sedeva con la squadra. Stava addirittura in un altro scompartimento. Lo faceva - diceva - per ripassare gli schemi. Sembra proprio che sul piano del carattere, sulla mancanza di comunicativa, su accenni polemici che lasciavano trasparire, all’improvviso, accumuli di rabbia, se non di disprezzo, si sia consumato il rapporto coi giocatori, fondamentale per raggiungere risultati di rilievo. O forse questo rapporto non è mai nato e non solo con i senatori. Con tutti.