Repubblica, come simpaticamente è uso definirla un napoletano di provata fede juventina) si accomoda un “elemento di rottura” con la tradizione. Avete presente Marchesi, fine anni ottanta? Il contrario del contrario, quando viene capovolto. Si siede un “comandante sui generis”, estraneo al calcio giocato ad alto livello, isolato rispetto alle trafile dei colleghi, uno che la gavetta non l'ha fatta, l'ha proprio
fabbricata. Lasciatemi dire che da questa angolazione, Sarri gode in toto della mia simpatia.
Uno che non deve niente a nessuno, diventa bianconero a sessantanni, quando la gran parte di noi (leggi
solo pensarlo un paio di anni fa, avrebbe rasentato l'anatema autoprocurato. Ma ormai il mondo del calcio
ha virato verso il 4.0 e non c'è più spazio alla stabilità.
Così va il mondo, chi fa petizioni per togliere la stella di Conte e chi smura la targa a Bagnoli del luogo
natale dell'inventore del “sarrismo”. Che cosa mai capiterà all'Allianz Stadium in occasione di Juve-Inter
e che cosa non succederà al San Paolo quando la Juventus farà visita al Napoli?
Stranezze del calcio moderno; una volta si segnavano le date dei derby o degli scontri diretti per fini di classifica. Ora si disegnano gli asterischi di fianco alle date delle gare “a panchine invertite”. Pertanto, se ho ben compreso, Sarri non è più mio nemico, sta dalla parte “sana”, fa venire il mal di stomaco a De Magistris, che sogna l'orgasmo da vittoria contro di lui; se dovesse apostrofare una giornalista “carina”, dovrei voltarmi facendo finta di nulla; mi appresto ad andare allo stadio in tuta, per solidarietà ed anche, in questo il “mangiafiltri” è già utile, per evitare l'obbrobrio fatta maglietta; non mi devo più offendere per dita tese, poiché “in “medio” stat veritas.
nascita, mezzo bergamasco e mezzo aretino, dia pure sfondo al suo repertorio di tecnico ruspante e
“politically scorrect”. Come già ho avuto modo di scrivere, contro i soliti “arriccianasi”: “Mi auguro che Sarri possa ruttare dentro la Coppa dei Campioni e che l'eco vi seppellisca tutti”. Un bel chissenefrega cade a pennello.