Nella conferenza stampa della vigilia, Maurizio Sarri ha presentato così il match contro l'Inter con una certa vena polemica:

"In queste due settimane ci siamo allenati a ranghi ridotti, è difficile valutare le reazioni della squadra. Purtroppo il calcio attuale è questo, probabilmente non mi appartiene più perché sono un allenatore da campo. Tutti i mesi facciamo 7 partite in 19 giorni, i giocatori si allenano più con le nazionali che con noi. A noi non capita mai di poterci allenare 4-5 giorni prima delle partite. Non siamo più di fronte a uno sport, ma di fronte a uno show in cui tutte le componenti cercano di spremere soldi agli appassionati. Io sono vecchio e legato a un altro tipo di calcio. Mi aspetto una reazione dagli uomini, più che da calciatori. A Bologna abbiamo giocato da squadra superficiale, basti pensare a come sono nati i loro 3 gol, tutti da situazioni imbarazzanti. Non mi attendo la reazione dei professionisti, ma la reazione degli uomini".

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"Ci sono tre punti in palio. Non può essere chiaramente uno spartiacque in questo momento della stagione, soprattutto per una società come la nostra che ha fatto una scelta di rottura ed è palesemente in un anno di costruzione e transizione. L'importante è gettare delle basi, che non può essere quello di giocare un calcio spettacolare, ma di trovare prima un minimo di solidità. In questo momento dobbiamo lavorare su questo".

"Ho sempre un certo timore dopo le nazionali, visto che arrivano giocatori che si sono allenati tutti in modi diversi. Staccare la spina ed entrare in un contesto diverso e poi riattaccarla, non è così scontato come può apparire dall'esterno. C'è sempre un indice di rischio in queste partite soprattutto dal punto di vista mentale. In questo senso meglio giocare contro l'Inter che contro una squadra meno blasonata. Noi abbiamo dei margini di crescita enormi e dobbiamo capire quanto tempo ci servirà per crescere sia a livello individuale che collettivo. Non possiamo ancora sapere dove possiamo arrivare".

"Noi abbiamo un modo di difendere che presuppone una partecipazione totale da parte di tutti i calciatori. Non possiamo permetterci che nessuno salti un movimento o a livello di intensità. Gli è chiesto quello che ci è mancato completamente a Bologna. Siamo una squadra che come obiettivo finale vuole condurre la partita, ma è inutile farlo se in certi momenti facciamo errori in fase difensiva. Noi in questo momento stiamo facendo errori collettivi ed errori individuali. Secondo me, prima di pensare ad altre cose, bisogna diventare una squadra che può attraversare dieci minuti di difficoltà senza prendere gol".

"Del terreno dell'Olimpico si sono lamentati in tanti, ma hanno risposto solo a me. Probabilmente sono particolarmente gentili nel rispondermi. Ne ha parlato Mourinho ma non ho sentito risposte e anche la federazione ha valutato un altro terreno di gioco che non fosse quello dell'Olimpico. E' un terreno di gioco scadente, ci è stato assicurato che ci saranno dei miglioramenti e aspettiamo".

"Quello che mi aspetto dagli altri. In questa difesa, nessuno ha ancora preso in mano la situazione e ci sono problemi di comunicazione. Luiz Felipe sta facendo il suo compito piuttosto bene, ma penso che potrebbe elevarsi a conducente di questa linea. Non è semplice, perchè i giocatori non hanno ancora certezze assolute su quello che gli chiedo io. Crescendo dal punto di vista della conoscenza sulle richieste, probabilmente la personalità sarà più facile da tirare fuori".