"In queste due settimane ci siamo allenati a ranghi ridotti, è difficile valutare le reazioni della squadra. Purtroppo il calcio attuale è questo, probabilmente non mi appartiene più perché sono un allenatore da campo. Tutti i mesi facciamo 7 partite in 19 giorni, i giocatori si allenano più con le nazionali che con noi. A noi non capita mai di poterci allenare 4-5 giorni prima delle partite. Non siamo più di fronte a uno sport, ma di fronte a uno show in cui tutte le componenti cercano di spremere soldi agli appassionati. Io sono vecchio e legato a un altro tipo di calcio. Mi aspetto una reazione dagli uomini, più che da calciatori. A Bologna abbiamo giocato da squadra superficiale, basti pensare a come sono nati i loro 3 gol, tutti da situazioni imbarazzanti. Non mi attendo la reazione dei professionisti, ma la reazione degli uomini".
"Ho sempre un certo timore dopo le nazionali, visto che arrivano giocatori che si sono allenati tutti in modi diversi. Staccare la spina ed entrare in un contesto diverso e poi riattaccarla, non è così scontato come può apparire dall'esterno. C'è sempre un indice di rischio in queste partite soprattutto dal punto di vista mentale. In questo senso meglio giocare contro l'Inter che contro una squadra meno blasonata. Noi abbiamo dei margini di crescita enormi e dobbiamo capire quanto tempo ci servirà per crescere sia a livello individuale che collettivo. Non possiamo ancora sapere dove possiamo arrivare".
"Del terreno dell'Olimpico si sono lamentati in tanti, ma hanno risposto solo a me. Probabilmente sono particolarmente gentili nel rispondermi. Ne ha parlato Mourinho ma non ho sentito risposte e anche la federazione ha valutato un altro terreno di gioco che non fosse quello dell'Olimpico. E' un terreno di gioco scadente, ci è stato assicurato che ci saranno dei miglioramenti e aspettiamo".