Il 28 maggio è passato, e – come prevedibile – non è arrivato nessun annuncio ufficiale di Guardiola alla Juve. Restano ancora il 4 e il 14 giugno, date alternative indicate dagli aruspici del web ai quali, personalmente, non ho mai dato credito. Va bene non aver fiducia nell’informazione tradizionale (è ormai la prassi più in voga sui social) senza però dare poi credito ai cialtroni, quelli veri. Ce ne sono anche nel nostro mestiere, come in tante altre professioni, ma chi pretende di dare lezioni di giornalismo col “fai da te” non sa manco di cosa si stia parlando. 

In queste ultime settimane portare fuori dalla Continassa un’informazione sul nuovo allenatore è più complicato del cubo di Rubik, e su questa blindatura totale bisogna davvero fare i complimenti alla Juventus FC, perché se tutti i dipendenti tacciono diventa quasi impossibile attingere notizie pure dalle fonti esterne. Bisogna lavorare quindi sulle news ottenute di rimbalzo, ovvero, sulle tracce lasciate qua e là dalla dirigenza bianconera, per esempio con procuratori e staff dei tecnici contattati. Vedi appunto Sarri, Pochettino, Simone Inzaghi, vedi Mihajlovic , vedi anche Guardiola.

Sarri-Juve, il punto: dall'incontro con Agnelli all'accordo sul contratto
Paratici avrà pure smentito ogni tipo di contatto col Pep , ma avrete sicuramente notato tutti con quali espressioni facciali. In rete gira ancora il video dell’intervista a DAZN, se avete tempo riguardatevelo per bene: la fisiognomica lo incastra. Ha mentito spudoratamente, ma con la Consob alle calcagna non poteva fare altro. Doveva mentire. 

Contatti con Guardiola e suo fratello Pere ce ne sono stati e continuano ad essercene, perché la Juve vuole Guardiola e Guardiola non ha detto no alla Juve. Avrebbe preferito rinviare tutto alla prossima stagione – quando entrava in scadenza, e gli sarebbe stato più facile andarsene dal City – ma con Allegri spedito a casa, alla Continassa vorrebbero anticipare i tempi, ricominciando subito con un tecnico top. Che al momento Sarri non è, ma rappresenta solo un’alternativa possibile data al momento come la più accreditata, sempre che non conquisti l’Europa League e il Chelsea decida di premiarlo con la riconferma.  O non chieda invece un indennizzo per la partenza immediata del proprio allenatore da Stamford Bridge. Perché pure il tutaro è sotto contratto.

Proprio come Pep, venerato a Manchester e col City determinato a non privarsene. A meno che non sia lui a chiedere di andare via, vecchia regola valevole alla Juve così come in terra d’Albione.  Il pretesto su cui lavora la Juve è l’inevitabile sanzione che si abbatterà prossimamente sui Citizens per  le continue violazioni alle regole del FFP UEFA, cosa che a Joseph inizierebbe a seccare. Figuriamoci poi se questo determinasse un’esclusione dalla Champions. Al City sono convinti che non avverrà, e prendono tempo, sapendo che le sentenze UEFA non vengono emesse a stretto giro di posta (il PSG, per esempio, dovette attendere quasi 8 mesi). 

Se Nyon si esprimesse non prima di agosto significherebbe iniziare la stagione sperando nell’accoglimento del successivo ricorso che inevitabilmente il City farà, con esito non preventivabile. Guardiola è disposto a rischiare? Ecco perché la Juventus insiste e lo sta invitando a riflettere, proponendogli pure un contratto lussuoso (24 milioni di euro per 4 anni). La partita col City la si sta giocando tutta lì, sul se e sul come uscirne, ed il nervosismo esternato in modo evidente da Galassi nei giorni scorsi su varie emittenti radio-tv e quotidiani italiani ne è la controprova.

A puro titolo di cronaca, rammento che la scorsa primavera/estate l’affare Ronaldo si definì solo a metà luglio, dopo contatti avviati con Mendes già intorno a marzo. Stavolta bisognerà chiudere almeno un mese prima, essendoci poi una campagna acquisti e cessioni da definire in sintonia col nuovo tecnico. Che sia lo spagnolo o l’uomo in tuta. Agnelli è stato avvistato a Baku, seduto ad un tavolo del bar dell’albergo dove alloggia il Chelsea, ed è scattata la deduzione: era lì per chiudere la trattativa.  Proprio un anno fa, sempre il presidente della Juventus salì su un volo privato e andò a trovare Ronaldo nel resort greco in cui CR7 stava trascorrendo le vacanze e brindare all’accordo: stavolta flutes e bottiglie di champagne non si sono visti. In Grecia il tutto si svolse comunque in forma privata, pare strano che stavolta Agnelli abbia deciso di fare un incontro così decisivo in un luogo pubblico e non, magari, in una stanza dell’hotel.

Più normale che il presidente dell’ECA incontri i dirigenti del Chelsea, approfittando dell’occasione per scambiare quattro chiacchiere con uno dei possibili candidati alla panchina Juve. Perché “possibile” resta sempre la parola chiave, nonostante i bookmakers quotino il tutaro ad appena 1.20. Tra l’altro, Agnelli non assisterà nemmeno alla finale, e quindi decade in automatico la notizia che fosse in Azerbaigian proprio per incontrare Sarri. Il fatto però che better qualificati, tipo William Hill, quotino ancora come possibile allenatore della Juve ancora Guardiola, e lo diano a 3.50 ( e non a 55, tipo Conte) sta a significare che pure nel Regno Unito sono sempre sul chi va là. Nemmeno loro danno tutto ancora per scontato, deciso, già fatto.

Ed io il mio euro,come promesso, ce l’ho puntato. “Lo perderai!” giura qualcuno, perché Guardiola non fa nessuna finale, e Paratici ha fatto capire che il prescelto potrebbe uscire proprio dagli allenatori finalisti. O magari oltre al ds juventino c’è pure il City alla finestra per capire che farà Pochettino, indicato come possibile sostituto di Guardiola nel caso Pep decidesse di abbracciare la Vecchia Signora. Ancora pochi giorni e lo sapremo.